"Siamo soli". A 48 ore dalla piena che ha stravolto la provincia dalla collina arriva un urlo unanime. Una collina fragile, ferita dalle piogge incessanti del ciclone Ciaran, piegata dalla furia dell’urgano che ne ha strappato il cuore. Figline e la Valbisenzio tremano e pregano. Gli occhi sono rivolti al cielo, i detriti e il fango continuano a scendere dall’alto portando paura e terrore. Venti i cedimenti registrati nella Valbisenzio, l’ultimo alla Tignamica.
A Prato preoccupa la situazione di Figline: sulla cima di via di Cantagallo sono saliti più volte i tecnici del Comune, un pilone della corrente elettrica è attaccato ad un lembo di terra, pochi centimetri e sarà il dramma. La speranza è che il terreno resista, ma la nuova allerta arancione fa temere il peggio. Per precauzione Regione e Comuni hanno evacuato le famiglie: mettere in sicurezza vite umane è la principale preoccupazione. Le famiglie tremano per le case, i ricordi, gli effetti, i risparmi. In via del Borrino c’è una maxi frana che ha travolto le case costringendo i residenti a spalare senza sosta. Ieri anche il sindaco è andato a fare un sopralluogo. La frana ha interrotto anche l’accesso a Cerreto da Figline. Proprio da Cerreto arriva un’altra segnalazione: "Siamo circa 35 famiglie e da giovedì notte siamo senza luce, acqua e gas. Il gas, che era stato staccato perché era stata tranciata una conduttura durante i lavori di rimozione del fango a Figline, è stato ripristinato nel pomeriggio di sabato. Rimaniamo ancora senza corrente elettrica e acqua: per fare una doccia dobbiamo scendere a casa di amici e per ricaricare il telefonino siamo costretti a saltare in macchina ed iniziare a girare fino a dove è possibile sulle strade praticabili", racconta Barbara una delle residenti della frazione collinare.
A Migliana – dove sono 400 i residenti– intanto ieri è arrivato l’esercito, genio pontieri di Piacenza, 12 uomini in divisa pronti a portare aiuto con un escavatore. Lo Stato attraverso la Prefettura si è mosso ad è giunto nei comuni feriti della Vallata. Migliana e Schignano sono rimaste isolate da giovedì sera, ieri finalmente un accesso è tornato percorribile ma la situazione resta gravissima come a Gamberame, dove la devastazione è stata totale, sia nelle case che nelle aziende. Anche in questo caso colpiti ponti e strade.
Nelle frazioni fino all’arrivo dei militari non c’erano stati interventi, nonostante le criticità enormi dovute alle frane e ai cedimenti di strade che hanno imprigionato in casa diversi cittadini, fra questi anziani, malati, neonati e disabili. Senza elettricità, senza acqua, senza telefoni (che nel frattempo si sono scaricati), senza auto e soprattutto senza strada, chi ha potuto ha fatto richiesta di aiuto e l’unico supporto è arrivato dai concittadini, che hanno fatto una spola per prelevare l’acqua dalle abitazioni che ancora l’avevano per portare taniche di acqua potabile alle case che erano senza. Dalle chat whatsapp di Migliana e Schignano arrivano appelli disperati, gli stessi che di Gamberame, Cerreto e Figline.
"Aiutatemi – scrive una mamma sulla chat di Migliana – sono isolata, al freddo con una bambina di 5 mesi, sono riuscita a ricaricare il telefono in auto ma non ho più benzina". Poi il video della strada per casa sua che è stata mangiata dall’innocuo torrentello che di punto in bianco, giovedì sera, si è trasformato in mostro, portando via oltre alla strada privata anche il costone che sorregge il principale collegamento fra Migliana e la 325, chiuso dal lato Usella da una voragine che ha ingoiato l’asfalto e da una frana vicino al paese che non è superabile neanche a piedi.
Venerdì sera, al buio della notte, fra cumuli di fango, alcuni volontari di Migliana hanno portato acqua e una batteria ad una famiglia con un malato anziano attaccato alla bombola di ossigeno. C’è chi ha finito la batteria del telefono chiamando l’Enel, la Protezione civile, i vigili del fuoco, ma nonostante tutto nessun appello è stato ascoltato e le uniche famiglie evacuate, ad oggi, risultano quelle di Tracconi, portate via dalle loro abitazioni ieri mattina. Anche a Schignano le frazioni isolate sono molte, con tante strade chiuse da frane e dove l’asfalto ha ceduto. E col problema dell’elettricità che non torna, che aumenta le difficoltà per le comunicazioni telefoniche. "Buongiorno – scrivono sulla chat di Schignano - adesso siamo esattamente a 31 ore e mezza senza corrente, mi sembra un po’ eccessivo. Inoltre non si è visto nessuno. Ci sono anziani e bambini piccoli che non ne possono più di stare al freddo, per non parlare della roba nei frigoriferi da buttare via". Oltre al collegamento via Usella, spazzato via in più tratti, c’è il problema con Schignano, dove la tracimazione al Vado ha debilitato un passaggio già difficile, e soprattutto quella che era la strada di elezione per gli abitanti di Schignano e Migliana, da Figline, portata parzialmente via dalla piena della Vella prima delle curve. E tutte le strade per i piccoli borghi, che son state portate via o ostruite da montagne di fango.
"Abbiamo deciso di scrivere al presidente della Regione e ai nostri rappresentanti in Regione e a Roma – dicono da Migliana – Neve e ghiaccio sono alle porte".
Silvia Bini
Claudia Iozzelli