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Cronaca

Rai 5 alla scoperta di Prato e della Valle del Bisenzio

Questi territori sono al centro del documentario di Gianfranco Anzini in onda domenica 29 dicembre

Il Teatro Metastasio di Prato

Il Teatro Metastasio di Prato

Firenze, 28 dicembre 2024 – Alla scoperta della Valle del Bisenzio e di Prato. Questi territori sono al centro del documentario di Gianfranco Anzini Valle Bisenzio e Prato, acque, tessuti, teatri, in onda domenica 29 dicembre alle 22.00 su Rai 5.

Sarà un’occasione per scoprire tanti aspetti della nostra regione che non conosciamo. Ad esempio, il Bisenzio appare come un piccolo fiume che scende a valle da rilievi nemmeno troppo alti, eppure possiede una forza poderosa. L'ha espressa nei millenni scavando, lungo i fianchi delle montagne, i due versanti ripidi di una valle che oggi si mostra con un paesaggio del tutto singolare. In questo angolo di Toscana c'è un fondovalle dove sembra che dal fiume abbiano preso vita frotte di costruzioni e dove generazioni di artigiani, operai, imprenditori hanno prodotto di tutto. Poi, a un certo punto, più o meno tutti hanno iniziato a produrre tessuti, rigenerando stracci.

Risale alla metà dell'Ottocento La Briglia, il villaggio-fabbrica voluto dai Forti, una famiglia di origine ebrea che, prendendo spunto da alcuni modelli imprenditoriali del socialismo utopistico inglese, riadattò un precedente complesso industriale per costruire un lanificio attorno a cui fece edificare alloggi per gli operai, una piazza, una chiesa, botteghe e negozi, un ambulatorio medico, una centrale elettrica, un asilo scuola per i figli degli operai, e perfino un teatro. Negli anni Sessanta, poi, l'epoca dei grandi lanifici finì. Tantissimi operai si trasformarono in artigiani, ognuno con il proprio telaio in casa o nel garage. Nel Sessantotto, alcuni giovani della Briglia si unirono per fare un teatro come si intendeva allora: un teatro politico, un teatro tra le persone, presente nella comunità. Finita l'epoca dei telai in tutte le case, ancora oggi il tessile è ampiamente presente in Val Bisenzio. A Colle, infatti, c'è una grande e importante tintoria. E c'è anche l'antico Mulin dè Fossi.

Terminata la valle, si apre il paesaggio della piana dove sorge Prato, la terza città dell'Italia centrale, dopo Roma e Firenze. Oggi le grandi fabbriche a ciclo completo si sono dissolte in una miriade di piccole e medie imprese, ognuna specializzata in una o due delle tante diverse lavorazioni concatenate tra loro, necessarie a produrre le stoffe. Così è nato il distretto che oggi vede anche impegnati molti dei trentamila pratesi di origine cinese. A Prato l'intreccio tra trama e ordito ha due fili principali. Uno è il filo naturale delle acque del fiume, della loro forza e del relativo sfruttamento. Al filo delle acque, lungo i secoli si è sempre intrecciato il filo umano della storia industriale, che ha convogliato tante presenze, dedite ai commerci, alle tecniche, alle tecnologie. Un terzo filo che si intreccia ai primi due è quello del teatro. Non è un caso che la città ne possieda diversi, tra i quali spicca il Metastasio.