Prato, 5 febbraio 2022 - Momenti di terrore nella notte scorsa all'esterno del locale Loft01 di via Genova, in zona ospedale vecchio. Il ristorante, fra i più frequentati dai giovani durante il weekend, è stato vittima di un vero e proprio raid punitivo da parte di un gruppo di sei aggressori di circa 30 anni e di origine africana. Delinquenti che, vistisi respinti all'ingresso attorno all'una e mezzo, hanno deciso di distruggere la vetrata dell'esercizio e non solo. Una vendetta per il "no" subito, motivato - spiega il titolare - dalle condizioni in cui si sono presentati quei ragazzi.
"Inizialmente erano in due/tre, palesemente ubriachi. Non li conoscevo, non sono nostri clienti abituali e non avevano nemmeno prenotato. Così, per evitare che potessero creare dei problemi di qualsiasi natura nei confronti del pubblico, abbiamo deciso di non farli entrare".
Ecco allora che la situazione è precipitata. "Ci hanno minacciato, dicendoci che avrebbero distrutto il locale. Hanno chiamato dei rinforzi e hanno tentato in tutti i modi di fare irruzione. Non ci sono riusciti solamente perché ci siamo chiusi dentro - continua il gestore del Loft01 - A quel punto hanno iniziato a lanciare verso la porta ogni tipo di oggetto trovassero nei paraggi: tombini, sassi, un cartello d'acciaio, degli sgabelli e perfino un monopattino elettrico. Hanno spaccato la vetrata, danneggiato l'insegna e l'intonaco della facciata. Rimettere tutto a posto non ci costerà di certo poco. Come se non bastasse, hanno pure lanciato dei lacrimogeni per strada".
Sul posto sono intervenuti sia i Carabinieri che la Polizia, con i malviventi prima bloccati e poi denunciati dal titolare in Questura. "Quello che è successo è molto grave, anche perché sia noi dello staff che i clienti ci siamo spaventati davvero tanto. Non siamo certo soliti ad assistere a episodi simili: finora non si era mai verificato nulla del genere. Fortunatamente non ci sono stati feriti e per questo ringrazio i clienti stessi per aver mantenuto la calma e aver collaborato fino a quando non sono arrivate le forze dell'ordine". Francesco Bocchini