Da vittima a carnefice. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta della Procura di Prato sul brutale pestaggio ai danni di Martina Mucci, cameriera di 29 anni, pestata a sangue la notte fra il 20 e il 21 febbraio nell’androne di casa sua alla Pietà mentre rientrava dal lavoro. Questa volta a finire nei guai è stata una insospettabile, una donna, colei che avrebbe dovuto avere solidarietà e compassione nei confronti della povera Martina a cui sono stati spaccati faccia e denti a forza di cazzotti. A oltre tre mesi dall’aggressione, la Procura ha iscritto nei registro degli indagati Angela Burza, 26 anni, attuale fidanzata di Emiliano Laurini, 41 anni, ex compagno della Mucci e considerato il mandante del pestaggio. "Un atto dovuto", dicono gli inquirenti, per verificare il coinvolgimento più o meno diretto, materiale o morale, della ragazza nella pianificazione del delitto. Per gli investigatori Angela Burza sapeva quello che il fidanzato Laurini stava progettando di fare. Ma fino a che punto è stata coinvolta? Lo accerteranno le indagini. Una notizia che sconvolge. Angela Burza è stata picchiata più volte da Laurini, tanto da finire al pronto soccorso dell’ospedale di Torregalli con due costole rotte. Angela che in seguito a quell’episodio violento non ha mai sporto denuncia coprendo il fidanzato. "Ho sbattuto contro uno spigolo", aveva detto ai medici del pronto soccorso.
Burza è stata indagata insieme a un altro giovane, Haitame Majdallah, di origini marocchine, entrambi tirati in ballo dallo stesso Laurini, difeso dall’avvocato Edoardo Burelli, durante l’interrogatorio di garanzia a fine aprile. Ai due è stato notificato l’avviso di garanzia in quanto, la prossima settimana, il pm Valentina Cosci conferirà l’incarico a tre consulenti che dovranno eseguire una serie di accertamenti tecnici a cui potranno partecipare tutte le parti in causa, compresa Martina Mucci tramite i suoi legali Federico Febbo e Costanza Malerba. Il primo accertamento tecnico riguarda la stessa Martina e servirà a verificare l’entità delle lesioni fisiche e psichiche permanenti riportate dalla giovane donna. Il secondo si occuperà di fare una comparazione sulle impronte digitali e papillari rinvenute sui rasoi usati per ferire Martina e recuperati dalla polizia il giorno successivo all’aggressione fuori dalla casa della vittima. Il terzo dovrà analizzare i flussi telefonici e i supporti informatici sequestrati ai sei indagati, compresa la Burza. Una vicenda che non smette di fornire colpi di scena viste le tante persone coinvolte e la ferocia usata. I sei indagati rispondono di concorso in sfregio permanente, lesioni, rapina aggravata. Oltre a Laurini, sono finiti in carcere Mattia Schininà, 20 anni, difeso da Michele Savarese, che avrebbe preso parte alla fase preliminare dell’aggressione, Kevin Mingoia, 19 anni, difeso da Antonio Bertei e Alessandra Mattei, esecutore materiale del pestaggio insieme a un sedicenne che si è presentato in Questura spontaneamente dopo l’arresto dei tre complici.
Laura Natoli