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Restauro con sorpresa . San Francesco ritrova due affreschi del Seicento: "Erano coperti da 120 anni"

Rappresentano due momenti della vita del Poverello di Assisi: i dipinti nell’abside sono stati ritrovati durante gli interventi di recupero della chiesa. Via al terzo lotto di lavori.

Restauro con sorpresa . San Francesco ritrova due affreschi del Seicento: "Erano coperti da 120 anni"

Uno scrigno di tesori. Si tratta della chiesa di San Francesco che ha restituito alla città due affreschi del Seicento. Della loro presenza si era persa la memoria e adesso sono tornati a mostrarsi agli occhi di fedeli e turisti. Durante i lavori di restauro nell’abside della chiesa, sono tornati alla luce due dipinti raffiguranti due momenti legati alla vita del poverello di Assisi. In alto a destra, sulla parete del presbiterio, si possono vedere dopo 120 anni, l’episodio di San Francesco che riceve le stimmate e, nella parte a sinistra, il Sogno di Innocenzo III. Nei primi anni del Novecento (1902-1904) la chiesa, allora retta dai padri Carmelitani, fu interessata da un grande intervento di restauro che cancellò l’aspetto baroccheggiante dell’edificio: le decorazioni delle cappelle e le pareti della navata vennero coperte con uno strato di intonaco.

Lo scorso anno, durante i lavori all’abside, inseriti nel più ampio e grande progetto di restauro iniziato nel 2018, la sorpresa. "Dopo i primi saggi effettuati, la parete che introduce alle tre cappelle absidali di San Francesco ha rivelato una inaspettata decorazione ben conservata", spiega Francesco Marchese, coordinatore del progetto di restauro. Secondo Lia Brunori, funzionaria della Soprintendenza, gli affreschi sono riferibili ai primi due decenni del Seicento, un periodo nel quale la chiesa aveva un aspetto completamente diverso da quello conosciuto nel Novecento.

"La visione degli affreschi dai ponteggi – dice Lia Brunori – ha permesso di considerarne la fluida stesura pittorica, la felicità del tratto veloce quasi compendiario, la sicura impostazione formale e l’efficace resa espressiva dei volti".

Le opere ritrovate sono al vaglio degli studi e le attribuzioni arriveranno in un secondo momento, Brunori però è convinta che il lavoro sia stato compiuto "da una affermata bottega fiorentina che porta a Prato un’eco delle grandi imprese decorative di carattere storico-celebrativo che venivano approntate a Firenze". Secondo la funzionaria potrebbe trattarsi di opere riconducibili a Fabrizio Boschi, pittore fiorentino attivo nel Seicento e appartenente allo stile Barocco. Del Boschi – o comunque della sua bottega – a Prato ci sono un dipinto che raffigura San Carlo Borromeo, custodito nell’oratorio di San Sebastiano, e le decorazioni delle porte della cappella della Madonna dei Papalini nel monastero di San Vincenzo, dove sono dipinte delle scene che ricordano il miracolo mariano durante il Sacco del 1512. Ritrovate anche altre decorazioni e dipinti murali all’interno delle cappelle coperte dall’intonaco agli inizi del Novecento. Nella cappella di destra, dedicata a Sant’Antonio Abate, sono state recuperate due nicchie decorate.

"La cura della bellezza è una delle vie necessarie a far elevare la città – commenta il parroco monsignor Carlo Stancari –, curare chiese, palazzi e singole opere significa custodire le radici da cui veniamo. Questo importante progetto di restauro è nato perché c’era bisogno di interventi urgenti di messa in sicurezza, poi è servito a far emergere le peculiarità di questa chiesa, restituita alla città".

Dell’esistenza dei due affreschi non è stata trovata traccia negli archivi, anche se Francesco Marchese li aveva "scovati" in una vecchia foto ottocentesca conservata nella Biblioteca Roncioniana. L’immagine, datata 1882, mostra chiaramente i due affreschi in alto. "La fotografia fa parte del fondo Benelli, grazie a questa immagine abbiamo scoperto l’esistenza delle decorazioni e così abbiamo fatto dei saggi per capire se fossero ancora recuperabili. Per fortuna erano ancora intatti e ben conservati", afferma Marchese.

Il costo totale del progetto di restauro ammonta a 2,5 milioni di euro. Il 70% di questo impegno economico è coperto dai fondi dell’8 per mille della Cei, il restante è a carico della parrocchia. Di fondamentale importanza le donazioni dei privati e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Il primo lotto dei lavori, iniziato nel 2018, ha riguardato la facciata principale, il restauro delle vetrate e la riqualificazione dell’impianto elettrico; il secondo lotto appena terminato ha coinvolto la facciata absidale, parte delle facciate laterali, le cappelle absidali e il restauro del tetto sopra la zona presbiterale. Il terzo lotto, che si concluderà nel 2024, consisterà nel consolidamento dell’aula della chiesa e il restauro delle coperture lignee decorate e delle superfici di pregio. La direzione dei lavori è affidata agli architetti Sara Marrani e Riccardo Berti. Chi vuole sostenere il grande progetto di restauro può farlo tramite bonifico IT67N0306909606100000178648. Intestato a: parrocchia di San Donato in San Francesco. Per informazioni consultare il sito sanfrancescoprato.it.