Prato, 19 novembre 2024 – La crisi delle famiglie emerge quanto mai con prepotenza dai dati snocciolati ieri durante la commissione 5 presieduta da Rosanna Sciumbata durante la quale è stata ascoltata Valentina Pacini, dirigente del settore scolastico. Oggi ci sono 2858 famiglie che non pagano il pasto dei propri figli. Percentuale che fa ancora più impressione se paragonata ai pasti quotidiani erogati dal Comune che sono circa 9600: una famiglia su tre, quindi, non riesce a saldare i 5,40 euro giornalieri (nel caso del coso più alto del pasto, che comunque viene calcolato in base all’Isee) per la retta della refezione. Tra questi ci sarà anche qualcuno che se ne approfitta, ma è comunque un dato choc che impone una riflessione.
I pasti non pagati si traducono in un ammanco per le casse comunali di 740mila euro, non proprio una banalità.
La cifra è aumentata in modo esponenziale negli ultimi quattro anni: nell’anno scolastico 2019/2020 erano circa 1900 le famiglie morose per un valore di circa 300mila euro. Oggi, quattro anni dopo, il dato è più che raddoppiato creando un problema di bilancio. Anche perché la refezione è uno dei servizi ai quali l’amministrazione deve provvedere, al contrario magari del trasporto o del pre e post scuola, servizi alla persona, che nel momento in cui non vengono pagati possono essere sospesi, al contrario della refezione appunto. Sarebbe inimmaginabile lasciare un bambino della scuola materna o delle elementari senza cibo a pranzo. Il problema è legato al recupero dei soldi non pagati dalle famiglie, che segue un iter lungo e farraginoso e solo in un minima percentuale va a buon fine. L’amministrazione, ai genitori morosi, invia un primo sollecito di pagamento e poi ulteriori solleciti. Se la famiglia comunque non salda la retta, scatta l’ingiunzione di pagamento e poi la pratica passa a Sori, che è l’ente riscossore per il Comune, per il recupero coattivo. C’è un altro dato, per la mensa la prescrizione del debito scatta dopo cinque anni, cosa che, considerando i tempi della burocrazia, impedisce in molti casi di agire.
La commissione 5 presieduta da Sciumbata, è stata convocata ieri per fare il punto sul servizio mensa dopo l’ultimo caso avvenuto venerdì alla scuola Le Fonti, quando il primo piatto non è stato servito ai bambini più grandi del secondo turno perché all’interno della passata di ceci, una delle sporzionatrici, ha notato la presenza di larve.
I campioni del cibo - che poi non è stato servito e sostituto con pane e olio - sono stati consegnati ieri all’Asl per effettuare le analisi del caso. A seguire l’amministrazione potrà prendere eventuali provvedimenti con la ditta appaltatrice con la quale non è stato ancora firmato il contratto di assegnazione del servizio a seguito di una serie di ricorsi che hanno rallentato le operazioni. La firma con l’azienda è in programma per domani.
I consiglieri dopo aver ascoltato il quadro della situazione refezione nel Comune e, visti i dati preoccupanti emersi sulla morisità, hanno deciso di riunirsi prossimamente ascoltando in Commissione anche Sori la società che si occupa del servizio di riscossione.