Prato, 29 marzo 2023 - E’ una stangata da tre milioni di euro quella che verrà spalmata fra le utenze domestiche e quelle non domestiche per far tornare i conti sulla Tari. Come stabilito in sede di Autorità d’ambito (l’Ato rifiuti toscana centro), il costo del servizio di ritiro e smaltimento della spazzatura nel comune di Prato passa dai 45,1 milioni del 2022 ai 48,1 milioni di euro di quest’anno. Questo significa che il gestore, Alia, ha avuto maggiori costi e che a ripagarli dovranno essere i cittadini sborsando in media il 6,7% in più di Tari. L’aumento non sarà a pioggia, bensì terrà conto di determinati parametri. Le utenze domestiche saranno più tutelate: in questo caso l’aumento medio è del 2,9%. Molto peggio vanno le cose per le attività economiche: si va dal 4% medio di aumento delle attività industriali con produzione interna al 7% di tutte le altre utenze non domestiche.
La situazione sembra completamente senza via d’uscita. Perché se nel 2022 i sindaci dell’Ato avevano giocoforza dovuto accettare i rincari, chiedendo però al contempo un cambio di passo negli investimenti infrastrutturali, dodici mesi dopo va riscontrato come nulla sia cambiato sul fronte degli impianti. La situazione è rimasta di stallo e la diretta conseguenza è che anche nel 2024, salvo revisioni dell’Ato al momento non prevedibili, il servizio Tari salirà ulteriormente. La previsione è di un incremento del costo del servizio a 52,1 milioni di euro, 4 in più rispetto a quest’anno, quindi con un aumento medio della Tari che potrebbe attestarsi intorno all’8/9%. Se nel 2021 le categorie economiche si erano "salvate" grazie ai ristori covid, che avevano consentito al Comune di azzerare gli aumenti per determinati codici Ateco, quest’anno l’amministrazione comunale non potrà intervenire per legge.
Le uniche agevolazioni previste sono quelle classiche, ambientali e sociali, che verranno approvate venerdì in giunta per poi passare al vaglio del consiglio comunale. Al momento la previsione è quella di confermare le agevolazioni viste nel 2022 che, come ricordano dal Comune, "sono più alte della media per cercare di comprendere quante più famiglie possibili".
Al netto di un’evasione galoppante che si attesta in prima battuta sempre intorno al 30/35%, e dell’attesa per la sperimentazione della tariffa puntuale in alcuni comuni dell’empolese e medicei, il tema resta comunque quello di riuscire ad abbattere i costi della gestione del servizio. Per il Comune la speranza si chiama multiutility toscana dei servizi pubblici, che dovrebbe ridurre alcuni costi di gestione tramite l’aggregazione di più società. Ma la voce di costo principale, oltre al personale, è quella delle variabili di mercato per lo smaltimento dei rifiuti, a cui Alia è soggetta vista la carenza impiantistica.
"Il Comune nel 2021, di fronte al momento di crisi del Paese, ha avuto gli strumenti per intervenire e per stare vicino alle famiglie e alle attività economiche – spiega l’assessore al bilancio Benedetta Squittieri –. Purtroppo quest’an no la legge non ci consente le medesime possibilità e quindi non possiamo fare altro che adeguarci alle tariffe imposte dall’Ato. Il problema è sotto gli occhi di tutti e una risposta non potrà nemmeno arrivare dalla tariffa puntuale, perché al massimo consentirà di far pagare più equamente la Tari, ma non andrà a ridurre i costi di gestione del servizio. L’unica soluzione è quella di risolvere la carenza impiantistica".
Il piano d’ambito fa anche una previsione di costi per il 2025. La stima per il momento non è del tutto attendibile, perché soggetta a revisione l’anno prossimo, ma si parla di un costo del servizio che si attesta a 51,8 milioni, cioè 300.000 euro in meno del 2024. Ma al momento è solo una previsione da confermare numeri alla mano di Alia.