Rimbambimenti. Al Fabbricone arriva Cosentino

Da giovedì a domenica il monoolgo con musica tra paradossi della fisica e defaillance della memoria .

Rimbambimenti. Al Fabbricone arriva Cosentino

Rimbambimenti. Al Fabbricone arriva Cosentino

Da giovedì 1 a domenica 4 febbraio al Teatro Fabbricone arriva Andrea Cosentino con Rimbambimenti, uno spettacolo che gioca con i paradossi della fisica posteinsteiniana e le defaillance della memoria (feriali 20.45, sabato 19.30, domenica 16.30). Si tratta di un progetto performativo e musicale sulla traccia del tempo e le sue contraddizioni, tra vecchiaia e infanzia, perdita del passato e ignoranza del futuro: una performance che parte come una conferenza sul tempo da parte di un fisico affetto da demenza senile e si trasforma man mano in un concerto spettacolo che, tentando di allinearsi alle concezioni di tempo e materia indicate dalla scienza contemporanea, smonta inevitabilmente l’ordine stabilito, il funzionamento del racconto, la possibilità di un prima e un dopo, le logiche causali, producendo anche in chi guarda una sorta di temporaneo rimbambimento che è la porta di accesso per un viaggio filosofico-musical-sentimentale. Un impianto musicale e drammaturgico composito, spezzettato, fatto di inciampi, improvvisazioni, ripensamenti, accompagna Cosentino nell’universo di chi si scorda il passato e perde aderenza con ciò che lo circonda: con l’aiuto di una marionetta antropomorfa dalle fattezze invecchiate, quasi un alter ego di Cosentino stesso, lo spettacolo si snoda e avanza a singhiozzi, alternando ai maldestri tentativi di spiegazioni logiche e scientifiche, spassose digressioni, aneddoti flash e ricordi brevissimi, poi voli pindarici, gags e interazioni col pubblico, in una girandola di oggetti variegati che l’attore tira fuori da un baule al centro della scena.

Tra spiegazioni scientifiche e discorsi a vanvera, il performer dimentica progressivamente la sua parte, cerca di ricostruirla attraverso appunti e oggetti sulla scena dei quali fatica a ricordare l’utilità, si barcamena a costruire una funzione plausibile alla propria presenza, fino a perdere ogni cognizione di cosa sia lì a fare e chi siano quelle persone che l’osservano. Ad accompagnarlo, un percorso musicale inizialmente rassicurante come una ninnananna e riconoscibile come un ritornello, che progressivamente si complica attraverso il sommarsi di campionamenti, poliritmie e loop-music, abbandonando il ritmo, la melodia, l’armonia.