TAMARA MANCINI
Cronaca

Prato, costi impazziti: ma i ristoratori resistono. "Aumentare i prezzi? Un suicidio"

Qui nessuno vuole prendere in considerazione l’idea di maggiorare i menù. "Meglio tentare altre strade". Quali? Risparmi di vari generi e anche un taglio alle assunzioni

Prato, 25 agosto 2022 - Bollette alle stelle e costi insostenibili. I ristoratori pratesi si preparano così ad affrontare, dopo la pausa estiva, l’inizio di una nuova stagione lavorativa che oggi preoccupa molti di loro. Praticamente tutti. A spaventare sono soprattutto i dati provenienti dall’ultimo studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con la società bolognese Nomisma, che ha messo a confronto i costi energetici dello scorso anno con quelli dell’anno in corso. Per un ristorante medio la spese in elettricità e gas è salita, in un anno, di ben14.000 euro. Nel confronto tra luglio 2021 e luglio 2022, la bolletta annuale dell’elettricità è aumentata in media di 8.000 euro, mentre la spesa annua per il gas – sempre nel confronto fra luglio 2021 e luglio 2022 – è aumentata in media di circa 6.000 euro. Costi che stanno mettendo in ginocchio il mondo della ristorazione e difronte ai quali molti hanno deciso di non rimanere in silenzio, rendendo pubblica la situazione che stanno attraversando. E adesso che fare? Come difendersi? "Il quadro è preoccupante", confessa Stefano Bonfanti, titolare del ristorante Interludio in via Pomeria e Presidente di Confesercenti Prato.

"Il tasso di inflazione è arrivato al 9% con una svalutazione dell’euro incredibile. In un solo giorno il gas è aumentato del 14%. Ad oggi lo scenario per i mesi invernali non è dei più rosei. L’ultima bolletta, quella del mese di luglio, nel mio caso ha sfiorato quasi i 5.000 euro. Cifre insostenibili difronte alle quali noi ristoratori, come gli altri esercenti, chiediamo al governo di fare qualcosa. Subito, nell’immediato".

A preoccupare non è soltanto il caro bollette, ma anche l’aumento del costo delle materie prime. A confermarlo Walter Santoro, titolare del ristorante Eramare Fish Bistrot di piazza Mercatale. "Oltre all’aumento dell’energia, teniamo sempre presente anche quello delle materie. Noi, come ristorante di pesce, abbiamo risentito particolarmente dell’aumento dei prezzi di quest’ultimo e della farina che utilizziamo per produrre pasta e pane fatto in casa. Proviamo a chiedere ai fornitori, laddove si può, di allungare i tempi di pagamento, ma non è questa la strategia più giusta. Diventa infatti un cane che si morde la coda". E quindi quale può essere la soluzione? Tra i ristoratori pratesi nessuno vuole al momento mettere mano ai listini dei prezzi per chiedere di fato ai clienti di partecipare indirettamente all’aumento dei costi. "Anche quest’anno manterremo gli stessi prezzi del nostro menù, che sono praticamente invariati dal 2019", dice Marco Bechini, titolare di Soldano in Duomo.

"Ci guadagno meno, ma non voglio perdere i clienti che da sempre vengono da noi per l’ottimo rapporto qualità prezzo che proponiamo e che già a loro volta hanno maggiori spese. La forbice sta diventando però sempre più stretta". Della stessa opinione anche Marco Corti che, insieme al fratello Lorenzo, gestisce il ristorante I Corti in piazza Mercatale. "Non abbiamo alzato i prezzi dei nostri piatti e non intendiamo farlo neanche per i prossimi mesi. Se un cliente prima veniva da noi e spendeva 50 euro, se adesso ne dovesse spendere 70 è chiaro che non tornerebbe più. Preferiamo, laddove possibile, cercare di stare attenti alle spese: spengere l’aria condizionata quando non serve, utilizzare meno frigoriferi mettendo magari più cose nello stesso e altri piccoli accorgimenti a cui prima facevamo meno caso". A pagarne il prezzo dei rincari sono anche i lavoratori dipendenti, in balia di contratti precari. "Tra le conseguenze del caro bollette non dimentichiamo anche quella di non poter assumere nuovi dipendenti - raccontano Sottoli Panzatis e Stefania Palermo del ristorante King - o comunque ragazzi con contratti a chiamata".