REDAZIONE PRATO

Raffica di controlli nei ristoranti, chiusi 15 locali su 17 ispezionati. E trovati 140 lavoratori irregolari

Il bilancio delle verifiche eseguite dalla guardia di finanza nelle attività commerciali a gestione straniera a Prato. Trovati 55 dipendenti a nero. Blandini: “Non c’è spazio per chi sfrutta persone in condizione di vulnerabilità”

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La guardia di finanza ha controllato 17 ristoranti etnici a Prato e provincia trovando irregolarità in ben 15 locali

Prato, 17 dicembre 2024 – Quindici ristoranti chiusi su 17 ispezionati, 140 lavoratori irregolari di cui 55 completamente a nero. E’ il bilancio della serie di controlli che la Guardia di finanza di Prato ha eseguito negli ultimi sei mesi sul territorio pratese contro il “sommerso e l’illegalità nel settore della ristorazione etnica”. L’operazione, chiamata “Fast food”, ha portato alla luce una rete di gravi irregolarità nella gestione del personale e sul rispetto delle normative sul lavoro.

I controlli, condotti con il supporto delle segnalazioni ricevute tramite il numero 117 e grazie all’attività di analisi dei dati e il monitoraggio del territorio, hanno interessato 17 esercizi commerciali attivi nella città e nella provincia di Prato. Le verifiche hanno permesso di accertare 140 lavoratori irregolari, di cui 55 completamente in nero, privi di qualsiasi tutela lavorativa e previdenziale, con “risvolti che non solo minano la dignità dei lavoratori, ma generano una concorrenza sleale nei confronti degli operatori onesti”, fanno sapere dal comando di via Ferrucci.

Nell’arco dei sei mesi sono state disposte la sospensione immediata di 15 attività commerciali, pesanti sanzioni amministrative che sono servite a ripristinare le condizioni di legalità e sicurezza.

L’operazione ’Fast food’ “non si limita a denunciare le irregolarità emerse, ma intende richiamare l’attenzione su un fenomeno di ampio respiro che incide negativamente sulla società. Il lavoro nero priva i lavoratori delle garanzie minime di sicurezza, dignità e diritti, mettendo a rischio la loro stessa incolumità. Al contempo, genera un danno economico significativo, sottraendo risorse alla collettività e alterando gli equilibri del mercato”. “E’ un segnale inequivocabile: non c’è spazio per chi viola le regole e sfrutta il lavoro delle persone in condizioni di vulnerabilità. Il nostro impegno è garantire il rispetto delle normative e promuovere una cultura della legalità che tuteli i lavoratori e il tessuto economico sano del territorio”, ha spiegato il comandante provinciale di Prato Enrico Blandini.