Prato, 23 febbraio 2021 - E' pratese l'italiano scampato all'assalto costato la vita all'ambasciatore in Congo Luca Attanasio, al carabiniere Vittorio Iacovacci e all'autista congolese Mustyapha Milanbo. Si chiama Rocco Leone, ha 56 anni, è cresciuto in città, ha studiato al Cicognini, è laureato in matematica. In città lo ricordano per la frequentazione del mondo scoutistico nelle file del gruppo Prato 1 dell'Agesci. E' sposato con una fiorentina, che ieri sarebbe riuscita a parlare con lui, ricevendo notizia delle buone condizoni di salute del marito.
"Da ragazzo rivelava già spirito pratico, carattere forte, da leader, teneva molto già allora alla vita associativa. Nel gruppo Rocco non passava inosservato, non era certo fra i più silenziosi", è la definizione di Francesco Risaliti, cresciuto assieme a Rocco Leone nello scoutismo pratese, del quale Risaliti è ancora uno dei punti di riferimento.
L'ultimo incontro con Leone, per lui risale a una decina di anni fa in occasione di una rimpatriata del gruppo, a quarant'anni dall'ingresso fra gli scout. "Già allora Rocco operava in Africa, il suo impegno in quel continente ha radici profonde e si è manifestato in svariati paesi. Nessuno è rimasto sorpreso che il suo futuro sarebbe stato legato ai paesi in via di sviluppo: fin da ragazzo mostrava propensione all'impegno nel campo della solidarietà e della cooperazione".
Rocco Leone opera in Congo come direttore aggiunto del World Food Programme, è uscito incolume dalla sparatoria avvenuta ieri mattina 21 febbraio e dopo l'attentato è stato ricoverato in ospedale in stato di shock ma in buone condizioni fisiche. Leone stava recandosi con un convoglio di cui facevano parte le tre persone decedute da Goma alla cittadina di Rutshuru dove avrebbero dovuto visitare un progetto multisettoriale finanziato dall'agenzia delle Nazioni Unite.
p.c.