
I vigili del fuoco impegnati nella bonifica dell’edificio di RiciclAnde in via Borgonuovo
Tutti i filmati delle telecamere di sorveglianza che si trovano nell’area dell’incendio che ha distrutto il deposito dell’associazione di volontariato RiciclAnde a Vaiano, sono stati acquisiti dagli inquirenti per accertare l’origine del rogo e l’eventuale intervento di uno o più autori.
A riprendere l’accaduto potrebbe essere stato l’occhio elettronico presente all’entrata del Centro raccolta di Alia in via Borgonuovo, a due passi dallo stanzone carbonizzato, e che di solito viene utilizzato per contrastare il fenomeno dell’abbandono illegale di rifiuti, oppure a inquadrare i presunti piromani potrebbe essere stata una delle altre telecamere che fanno parte del sistema di videosorveglianza dell’Unione dei Comuni della Valbisenzio. Dai video, i carabinieri, a cui la procura della repubblica di Prato ha affidato le indagini, con i vigili del fuoco, ricaverebbero importanti elementi per individuare le cause del rogo. Cause che per il momento, visti i primi accertamenti, si riducono soprattutto a due: fortuita o dolosa.
La scintilla d’innesco potrebbe essere scaturita da uno degli elettrodomestici stivati nel deposito in attesa di essere riciclati, o – ed è più plausibile – dalla mano dell’uomo. A indicarlo sono alcuni dati oggettivi: la rapidità delle fiamme, il fatto che l’incendio sarebbe partito dal retro dell’immobile per poi propagarsi verso l’ingresso sul davanti dell’edificio e infine, come già emerso dalle prime indagini, il quadro elettrico è stato trovato spento, quindi non è possibile che l’incendio sia stato causato da un corto circuito.
Non si esclude nessuna pista, neppure quella dolosa che resta tra le ipotesi degli investigatori.
La certezza dell’intervento di terzi potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere installate in Vallata dall’Unione dei Comuni per rendere più sicuro il territorio. Le frazioni i cui accessi vengono controllati dalla video-sorveglianza sono: Sofignano, con una postazione in via di Moschignano e una a villa San Guadenzio; Schignano, con una telecamera a Il Vado e una su via Nuova (l’altro accesso, a La Collina, è già monitorato da una telecamera collocata nella prima trance del progetto, partito nel 2019); poi Migliana e Sant’Ippolito. Il progetto, finanziato da un bando ministeriale, rappresenta il potenziamento della prima trance di telecamere poste 5 anni fa agli accessi dell’intera Valbisenzio, 19 in tutto.
Con le nuove telecamere il sistema va a comporsi di 27 dispositivi, le cui riprese vengono visionate dalla polizia municipale e messe a disposizione delle altre forze dell’ordine.
E.D.