Nuova opera letteraria di Maurizio Tempestini, il professore scrittore del liceo Livi. E’ la traduzione di un libro di Anatole France ambientato nella nostra Toscana: Il pozzo di Santa Chiara, edizioni Biblioteca del Vascello, sarà presentato in Roncioniana giovedì alle 17.30 dallo stesso curatore del volume, in dialogo con Andrea Di Nardo. In omaggio forse alla struttura a cornice del Decameron, Anatole France mette in scena, nel bellissimo prologo, un narratore di secondo grado che ha le sembianze fascinose e ambigue del reverendo padre Adone Doni. È lui a tirar fuori dal mistico pozzo, presso il quale si incontra con l’autore durante le loro passeggiate notturne, la corona di storie che seguiranno.
Il centro geografico del libro è appunto la Toscana: Arezzo, Firenze e Siena. Ma c’è anche il Veneto della Dama di Verona e de La cauzione, in cui la storia si dipana poi lungo le coste dalmate, tra gli esotici possedimenti della Serenissima. E quindi Viterbo, città di origine del narratore padre Doni e scenario de L’umana tragedia, testo cardine della raccolta. Anatole France, pseudonimo di François-Anatole Thibault (1844 -1924), vinse il premio Nobel per la lettura nel 1921. Fra le sue opere più famose il romanzo Thaïs (1890), che ispirò l’opera lirica omonima di Jules Massenet. Eletto all’Académie française nel 1896, iniziò a scrivere una serie di quattro romanzi raccolti poi sotto il titolo unitario di Histoire Contemporaine (1897-1901). Tra le opere della vecchiaia si ricordano la Vie de Jeanne d’Arc (1908), L’Île des Pingouins (1908), Les dieux ont soif (1912) e La révolte des anges (1914). Nel 1920 la sua intera opera fu messa all’indice dalla Chiesa Cattolica.
"Nella novella di Pirandello L’eresia catara – racconta Tempestini – un vecchio e miope professore si accorge solo alla fine che gli studenti così assorti nel seguire la sua lezione altro non erano che cappotti appesi a delle grucce. A portare i racconti di Anatole France in un posto ‘franciano’ come la Roncioniana di sicuro capiterà, a me e Di Nardo di figurarsi tra il pubblico le facce dei tanti eruditi professori accademici studiosi che popolano le pagine dello scrittore, ì richiamati dall’amor di libro. Ma siccome i personaggi cartacei occupano poco posto – conclude – speriamo in un po’ di spettatori in carne e ossa".