
I chirurghi in sala operatoria (Foto Attalmi)
Prato, 31 ottobre 2019 - Una mandibola attaccata da una patologia tumorale può essere sostituita da una protesi in titanio che ha minore rischio di rigetto, ricostruita in 3D. Lo stesso può succedere per un esofago, che al «Santo Stefano» è stato ricostruito grazie all’impiego di un’ansa dell’intestino tenue con tanto di arteria e vena. Operazioni all’avanguardia che confermano l’attrattività del «Santo Stefano» e delle sue professionalità nella chirurgia su pazienti affetti da tumori del tratto testa-collo. Un centro chirurgico che da un anno si è specializzato anche nella chirurgia dell’orecchio grazie alla sinergia promossa fra Asl Toscana Centro e Meyer di Firenze dai rispetti direttori generali, Paolo Morello Marchese ed Alberto Zanobini. Una collaborazione che vede protagonisti il dottor Antonio Sarno, direttore facente funzione della struttura operativa complessa otorinolaringoiatria del «Santo Stefano», ed il dottor Franco Trabalzini, responsabile otorinolaringoiatria del Meyer con aree di competenza in otorinolaringoiatra, otochirurgia, chirurgia della base-cranica. La sinergia, che continuerà anche per il 2020, permette di praticare interventi delicatissimi su pazienti con esigenze particolari, sia legate a patologie oncologiche sia legate a ricostruzioni della parte testa-collo a seguito di incidenti, come nel caso che «La Nazione» ha seguito ieri mattina in una delle sale operatorie del presidio pratese. L’intervento chirurgico molto delicato è stato eseguito da Sarno e Trabalzini su un paziente gravemente ferito e sfigurato al volto in un incidente domestico avvenuto nel marzo scorso. L’uomo, 57 anni dell’area fiorentina, è stato vittima di un incidente domestico, quando una bomboletta di vernice spray gli è scoppiata in volto. «Per fortuna – racconta il 57enne – ho avuto la prontezza di voltare la faccia, salvandomi la vista. Sono fiducioso di poter tornare a sentire bene con questa seconda operazione». La parte destra del volto e l’orecchio sono stati maciullati dalla deflagrazione imprevista della bomboletta surriscaldata da una lampada alogena: «Da Firenze fu mandato a Prato. Lo abbiamo operato d’urgenza – ricorda Sarno – Gli abbiamo ricostruito parte della guancia grazie ad un trapianto di tessuto asportato dall’avambraccio sinistro». Dopo sei mesi, ieri mattina il 57enne è stato sottoposto al secondo intervento per la ricostruzione del condotto uditivo e la restaurazione dell’apparato acustico. L’operazione è durata circa due ore, dalle 11 alle 13, con l’equipe guidata da Sarno e Trabalzini; in sala, oltre a infermieri e strumentisti, l’anestesista Vito Silvestri ed il dottor Mario Ciniglio, uno dei tre assunti provenienti da Lazio e Lombardia, in formazione nel percorso di otorino (ci sono anche Dario Zaccari e Matteo Garotta). Nella prima ora il paziente è stato affidato alle esperte mani del dottor Trabalzini, che ha riaperto il condotto uditivo, intasato da una vasta cicatrice causata dall’esplosione e da un abbondante quantitativo di pus che se fosse rimasto più a lungo avrebbe potuto causare conseguenze più gravi, come un’eventuale meningite. «E’ stato pulito il condotto uditivo dall’infezione e ricostruito il timpano con la catena di ossicini perché il paziente possa avere un udito normale», spiega Trabalzini. La ricostruzione è stata possibile grazie ad una sorta di autoriparazione nel senso che è stata staccata una pellicola dalla fascia del muscolo temporale vicino all’orecchio del 57enne. La nuova membrana è stata posizionata nel condotto uditivo. La seconda fase è stata affidata al dottor Sarno, che pratica la chirurgia ricostruttiva dal 2004 e da cinque anni ha sviluppato l’implantologia sincrona dei denti in pazienti affetti da patologie tumorali testa-collo: «Così possiamo dare una vita normale a persone colpite da certe malattie – dice – Il paziente può recuperare la simmetria del volto e deglutire normalmente recuperando una migliore qualità della vita». La placca e gli impianti di ricostruzione, per esempio di una mandibola, è stampata in 3D in base ai dati forniti dalle Tac effettuate sui pazienti, mentre l’implantologia è realizzata usando parte del perone. A Sarno è toccato il compito di togliere il grasso in eccesso sulla guancia e la ricostruzione del padiglione auricolare: per fare quest’ultina operazione ha utilizzato una piccola porzione di cartilagine asportata dall’orecchio sinistro del paziente. Un lavoro in sinergia che mostra l’eccellenza chirurgica praticata al «Santo Stefano» nel settore otorino e testa-collo che richiama a Prato numerosi pazienti anche da fuori regione oltre che da altre province Toscane. E anche pazienti prestigiosi, come un familiare del ciclista Vincenzo Nibali. «Con questa sinergia - aggiunge Sarno - completiamo il percorso testa-collo attivando con Trabalzini il percorso di chirurgia dell’orecchio. Formiamo tre giovani medici assunti di recente. Abbiamo attivato anche un iter ambulatoriale per le patologie dell’orecchio. Prato ha la diagnostica migliore per questa attività sia in sinergia con il Meyer che con le migliori professionalità dell’azienda, come è già successo con i dottori Stefano Cantafio e Stefano Michelagnoli». «Grazie alle sensibilità delle direzioni del Meyer e dell’Asl Toscana Centro i professionisti possono collaborare in interventi che richiedono un elevato grado di specializzazione – conclude Trabalzini – . Una sinergia che può dare al paziente quel valore aggiunto che fa la differenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA