Crescita delle prestazioni territoriali, aumento delle prime visite, incremento delle consulenze psichiatriche, quasi raddoppio delle attività riabilitative e maggiori richieste di aiuto da parte degli stranieri. E’ uno scenario quasi drammatico sul fronte della salute mentale quello raccontato in commissione comunale Sanità dai tecnici dell’area di salute mentale adulti di Prato. Questo peggioramento della situazione è strettamente correlato alle conseguenze del periodo pandemico, i cui effetti a livello psicologico e psichiatrico, secondo gli esperti, sono solo all’inizio. Tanto che il direttore dell’area, Giuseppe Cardamone, parla di salute mentale come di un "bene a rischio", sottolineando che il 30% dei pazienti ha mostrato "un peggioramento di problemi di salute mentale". I tecnici Asl in riferimento alle prestazioni territoriali del primo semestre 2022 parlano di "dati impressionati". A fronte di un numero di psichiatri rimasto invariato nel 2022 ci sono già state 700 consulenze, mentre nel 2019 in un anno c’erano state 1124 richieste. Le attività riabilitative addirittura sono passate dalle 5.742 del 2019 alle 8.557 del 2021. E quest’anno sembra andare ancora peggio. Le attività familiari invece sono aumentate dalle 704 del 2019 alle 1.083 dell’anno scorso. "La pandemia oltre a portare sofferenza e danni economici ha messo in evidenza le carenze e le distorsioni del sistema sanitario", prosegue Cardamone. "La debacle del modello residenziale per portatori di disabilità e vulnerabilità è stata palese. Purtroppo alcune lacune dipendono da scelte politiche poco responsabili. Altre sono colpa della sottovalutazione della privatizzazione del sistema sanitario". A seguito della pandemia sono aumentati anche gli accessi di stranieri al centro di salute mentale. Le presenze sono però inferiori rispetto a quella che è la percentuale di stranieri residenti in provincia.
Da qui il sospetto di una necessità sommersa di aiuto da parte soprattutto dei cinesi, che come ricorda l’assessore Luigi Biancalani "raramente usufruiscono dei servizi sociosanitari comunali". Il presidente della commissione Sanità Rosanna Sciumbata sottolinea come con la pandemia si sia visto "un aumento dell’ansia e della depressione anche nei soggetti giovani, con crescita di prescrizione di farmaci antidepressivi". Tanto da invocare l’organizzazione di un convegno per sviluppare dati, problemi e soluzioni. E a proposti di giovani "nella fascia fra i 15 e i 22 anni stiamo assistendo a situazione molto critica", conclude Cardamone. "Di fronte alla quale purtroppo non siamo in grado di rispondere a tutte le richieste che arrivano. Si tratta di un problema enorme: i servizi hanno bisogno di essere potenziati".
Stefano De Biase