
Cinque rappresentazioni da tutto esaurito al Politeama: trama gialla in nome dell’amore per la città
"Felicissimi". Le Pagliette dalla fine della rivista 2025, la scorsa domenica sera, continuano a ridere e a cantare. Per il successo di pubblico e per la soddisfazione di avere ricevuto i complimenti sentiti dei "vecchi" protagonisti, come Lamberto Muggiani e Paolo Ravalli. "Ricevere il benestare da chi conosce bene la rivista e l’ha fatta per anni come loro non è mai scontato, erano sinceri ed è stato bello" spiega Marco Pugi uno degli autori con Claudio Chiti e Simone Leoni. Chiti ha debuttato quest’anno anche come regista.
L’exploit in teatro di "Sappitù Chiestao" si può raccontare in numeri: 5 repliche tutte sold out, 4.107 biglietti staccati nonostante i 600 posti in meno, rispetto allo scorso anno, al Politeama Pratese. "Si può dire che abbiamo fatto il record" commenta Pugi.
La trama in giallo ha convinto gli spettatori che hanno riso seguendo le indagini. Già dall’inizio si scopre che è sparita la "pratesità", viene quindi formata una task force della polizia municipale, capitanata da Orzo, David Reggioli, con il vice Gabriele Casini, che in ogni sketch dello spettacolo va a indagare un elemento diverso.
In banca, per esempio, è sparito il "nero", al ristorante Rapo le ricette tipiche pratesi, al "pallaio" (o bocciofila) non si parla più il dialetto, in palazzo comunale si cerca di capire dove siano finiti i negozi del centro storico, poi in una ditta di stilisti non ci sono le pezze di cardato e le tradizioni in generale sono sparite anche a casa Papini.
Mano a mano che gli accertamenti vanno avanti si capisce che ognuna di queste scenette aveva un colpevole diverso che aveva agito per una motivazione differente, ogni volta agli inquirenti e al pubblico in platea sembrava di aver raggiunto la verità, invece si passava allo sketch successivo con un altro enigma. La chiave per arrivare ai veri colpevoli arriva dai tecnici della Camera Caffè – Alessio Bracciotti e Alessandro Scarlini – che frequentano tutti i luoghi di Prato citati prima e che riescono a unire i "puntini".
La rivelazione è shock: ognuno dei colpevoli delle varie sparizioni faceva parte di una congrega. È la setta dell’acrilico e del poliestere che riunisce lo chef Rapo (Alessandro Ricci), il direttore di banca (Scardazzi), il sordocieco del pallaio (Daniele Secci), l’assessore al centro storico (David Scatragli che è stato davvero sindaco di Montale, ndr); gli stilisti e il tecnico del lanificio (Bogani, Guerretti, Santini e Becagli), la vecchia nonna Papini (Fabio Galeotti).
Sul palco anche i due corpi di ballo, le Belles e le Monkeys, guidati da Stefano Ballerini e da Stefano Taiti. Il produttore della rivista è Gabriele Villoresi, con i tre autori, più Giovanni Biagioli e Tommaso Daly che fa anche lo scenografo.
E come in tutti i migliori gialli, c’è una sorpresa nel finale. Il capo della setta è nientemeno che il capo della polizia Orzo (David Reggioli) che intepreta dunque anche il ruolo di "Sappitù Chiestao" e che in realtà agisce non per distruggere la pratesità bensì per preservarla. Sua l’ultima battuta dello spettacolo: "Perché noi abbiamo Prato nel cuore e in testa una paglietta".
Alla prima della spettacolo è arrivata anche la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, che si è divertita molto durante lo sketch che la riguardava. La parodia della prima cittadina con multideleghe e lo spettro di Matteo Biffoni che "aleggia", interpretata da Giulio Fari – applauditissima soubrette dello show – non l’ha messa in difficoltà anzi, alla fine, è salita sul palcoscenico e ha ringraziato tutti gli attori, da vera protagonista.
Elena Duranti