REDAZIONE PRATO

Scarti tessili e riciclo: "In Ue partite cruciali. Tutelare il sistema Prato"

C’è apprensione sulla disciplina dell’End of Waste. Marini (Sistema Moda Ctn): "Se viene allungato lo status di rifiuto a rischio centinaia di micro imprese come le sfilacciature". L’altro tema caldo: la Responsabilità estesa del produttore.

C’è apprensione sulla disciplina dell’End of Waste. Marini (Sistema Moda Ctn): "Se viene allungato lo status di rifiuto a rischio centinaia di micro imprese come le sfilacciature". L’altro tema caldo: la Responsabilità estesa del produttore.

C’è apprensione sulla disciplina dell’End of Waste. Marini (Sistema Moda Ctn): "Se viene allungato lo status di rifiuto a rischio centinaia di micro imprese come le sfilacciature". L’altro tema caldo: la Responsabilità estesa del produttore.

Ci sono due temi caldi per il distretto al centro del dibattito in Europa: l’End of Waste, ossia le regole che definiscono quando un materiale di scarto (rifiuto) cessa di essere tale per rientrare nel ciclo produttivo. E la Reponsabilità estesa del produttore (Epr). Consiglio, Parlamento e Commissione Ue hanno trovato un accordo (dovrà essere rivotato per l’ok finale) per la revisione della direttiva quadro sui rifiuti: anche nel tessile, come in altri settori, le imprese dovranno a pagare una tassa per contribuire a finanziare raccolta e trattamento dei rifiuti. Ne abbiamo parlato con Francesco Marini, presidente della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana Nord.

Come giudica il lavoro che si sta facendo in Europa sull’Epr?

"Pur riconoscendo la difficoltà, in capo agli organismi comunitari, di dover bilanciare tutti gli interessi in gioco, notiamo con preoccupazione una certa resistenza - soprattutto a livello europeo, ma parzialmente anche italiano - a tener conto delle proposte del sistema produttivo del tessile, e del distretto pratese in primo luogo. Un distretto che porta in dote competenze ed esperienze che dovrebbero essere viste come una risorsa fondamentale".

Il distretto pratese è costituito per lo più da Pmi impegnate nella filiera di produzione di semilavorati, filati e tessuti. Non si configurano nella definizione di "produttore". Quali principi è importante salvaguardare per il distretto?

"Una premessa: per ’produttore’ si intende chi appone il suo marchio al prodotto o lo commercializza, quindi la fase finale del confezionamento o del commercio, non la filiera tessile. Il nodo è questo: il riconoscimento del diritto per le aziende tessili a partecipare con un ruolo attivo nella governance dei consorzi, ossia i sistemi di gestione dei produttori. Questo riconoscimento è essenziale per orientare le iniziative e le risorse dei consorzi, che devono essere indirizzate verso lo sviluppo della sostenibilità nel settore anche verso le fasi più propriamente produttive dei semilavorati tessili. Quindi verso aziende come quelle del nostro distretto".

Prato ‘vive’ dell’economia circolare. Quali altre ‘garanzie’ si aspetta?

"Adeguate risorse derivanti dall’eco-contributo da destinare ad attività di ricerca, sviluppo, infrastrutturazione della filiera per renderla più sostenibile e circolare. E regole sul direzionamento dei flussi per la cernita e il riciclo che riconoscano le specializzazioni e le potenzialità acquisite sui territori".

Come stanno lavorando a questo tema Prato e Ctn?

"Il tema è nazionale e per l’industria è seguito da Confindustria, con tutte le componenti del sistema che hanno attinenza col settore, inclusi naturalmente noi. A livello locale, trattiamo il tema al tavolo di distretto. E’ importante che il Governo, esercitando la possibilità di interpretare i bisogni nazionali, tenga sulla questione un atteggiamento che riconosca il ruolo della filiera tessile".

Fondamentale per il distretto la anche la futura norma sull’End of Waste (fine rifiuto).

"Esatto, quella che definirà quando, dopo quali trattamenti e con quali caratteristiche un rifiuto tessile torna ad essere un bene. Una materia cosiddetta ‘prima seconda’. E’ un punto cruciale per un distretto come il nostro in cui il riciclo è fortemente presente: la gestione dei rifiuti è infatti soggetta a regole diverse da quelle dei materiali da destinare alla produzione. Chi gestisce rifiuti deve avere autorizzazioni apposite, impensabili per aziende tessili che riutilizzano quei materiali per farne nuovi prodotti tessili".

Quale l’obiettivo di Prato sull’End of Waste?

"Favorire il riutilizzo, la rigenerazione e il riciclo industriale dei tessili, definendo senza ambiguità il momento in cui i rifiuti cessano di essere tali e dando garanzie alla filiera, composta maggiormente da micro e piccole imprese specializzate, sulla valenza della loro attività. Ma non basta. Bisogna anche che, data l’enorme frammentarietà della filiera, con micro aziende specializzate in singole fasi del processo produttivo, la fase di recupero, e quindi il passaggio da rifiuto a materia (prima seconda), si collochi il più vicino possibile alla selezione e cernita del rifiuto".

Il distretto guarda a questa futura norma con apprensione...

"Sì. Va meglio definito questo processo per dare certezze alle aziende, e va respinto il tentativo in corso di considerare raggiunto lo status di End of waste (materia prima seconda) solo quando il materiale tessile è tornato allo stato di fibra".

Altrimenti la conseguenza per tante piccole imprese sarebbe nefasta...

"Sì, perché ricondurrebbe nell’ambito della gestione rifiuti centinaia e centinaia di operatori economici, piccole imprese ultra specializzate, prime fra tutte, le sfilacciature, che non potrebbero adeguare le proprie aziende né assorbire l’aumento di complessità e costi amministrativi. L’effetto sarebbe la chiusura di imprese sul territorio e l’impoverimento della filiera tessile nazionale ed europea. Il ‘Joint Reserch Center’, il supporto tecnico del legislatore comunitario, sta lavorando a una proposta che preoccupa molto tutta la filiera tessile nazionale ed europea proprio perché sembra non riconoscere le peculiarità del sistema produttivo".

Come si sta lavorando a questo tema come Prato e Ctn?

"C’è piena concordanza di vedute a livello pratese, ma anche di organizzazioni tessili nazionali ed europee. Se le evidenze tecniche che il sistema di rappresentanza delle imprese sta cercando di portare all’attenzione dell’Europa non saranno prese adeguatamente in considerazione, è fondamentale che il Governo scenda in campo per evitare errori che possono mettere profondamente in crisi le produzioni europee".

Maristella Carbonin