"Un’azienda cinese è stata sequestrata dalla magistratura perché ha gestito in maniera illegale quintali di rifiuti. I rifiuti tessili invece di essere trattati da una ditta specializzata in smaltimento rifiuti, si serviva sicuramente di abusivi che gettavano i sacchi neri nelle campagne. Tutto ciò ha rappresentato per tutti questi anni, oltre ad un danno ambientale, anche un danno economico perché questi rifiuti sono stati smaltiti poi da Alia una volta rinvenuti". Interviene così Aldo Milone, ex assessore alla Sicurezza di Prato Libera e Sicura in seguito all’ultima inchiesta della procura di Prato. "La notizia può suscitare clamore nell’opinione pubblica però non risolve il problema e il danno economico per tutti cittadini che si vedono aumentare la Tari – aggiunge Milone –. Qualche mese fa proposi di procedere a controlli preventivi di tutte le aziende tessili per verificare se avevano stipulato un contratto con ditte specializzate nello smaltire i rifiuti speciali. Quest’attività preventiva sicuramente avrebbe rappresentato, e può ancora rappresentare, un freno allo smaltimento illegale dei rifiuti". Secondo Milone, le aziende sarebbero state obbligate, nel caso in cui non avessero stipulato un contratto, "a procedere immediatamente altrimenti sarebbero state pesantemente sanzionate e poi sarebbero state anche censite e tenute sotto controllo", oltre a passare il nome all’Agenzia delle entrate "per controllare la loro posizione ai fini del pagamento delle relative tasse". "Di sicuro per svolgere questi controlli non sono necessari i 29 ispettori del lavoro ma soltanto quelli di Alia, accompagnati da qualche agente della polizia locale", conclude Milone.
CronacaScarti tessili : "Più controlli nelle ditte"