Prato, 3 settembre 2017 - VOLEVANO fare l’autorimessa interrata ma portano alla luce un tratto di mura di cinta dell’antico Castello. Gli etruschi si può dire che questa volta «ci hanno messo lo zampino» e il garage sotterraneo non si fa. Accade ad Artimino dove una famiglia aveva presentato tutti gli atti per realizzare una autorimessa in via Cinque Martiri. Il terreno ricade all’interno dell’area di interesse archeologico e quindi è necessario il parere positivo della Soprintendenza Archeologica di Firenze la quale ha chiesto di effettuare saggi archeologici preliminari. I saggi dovevano essere eseguiti solo alla presenza di personale tecnico della Soprintendenza, o in alternativa alla presenza di un collaboratore archeologo e con scavo a mano. L’iter è stato seguito nei dettagli e durante lo scavo, a luglio, è affiorato il tratto di mura di cinta dell’antico Castello, con la presenza di due distinte fasi costruttive. Realizzare l’autorimessa porterebbe alla demolizione in parte delle mura le quali, essendo rinvenute nel sottosuolo, sono di proprietà demaniale e rivestono carattere culturale. La Soprintendenza non ha dato l’autorizzazione necessaria e dunque ha bloccato il cantiere.
Il Comune, prendendo atto del parere, ha negato il permesso. La famiglia non potrà disporre dell’autorimessa ma ha scoperto di abitare sopra le originarie mura sulle quali si è sviluppato nei secoli il borgo di Artimino. A Carmignano i controlli dell’ufficio urbanistica sono molto serrati tanto che anche gli uffici di una azienda non possono essere trasformati in una «casa del custode».
Il Comune ha respinto una pratica per il cambio di destinazione d’uso dei locali attualmente adibiti ad ufficio in una fabbrica in via Torricelli, nella zona industriale di Bocca di Stella a Seano. La domanda era stata presentata da una società di Prato. Il fabbricato si trova vicino alla linea dell’elettrodotto da 380kV e la modifica della destinazione d’uso degli edifici esistenti è ammessa solo a condizione che non comporti permanenze umane uguali o superiori a quattro ore giornaliere. Perciò un custode non potrebbe vivere notte e giorno (o solo la notte) così vicino all’elettrodotto.
M. Serena Quercioli