Prato, 27 novembre 2016 - Svolta per gli scavi etruschi di Gonfienti: arrivano i soldi della Regione. Tre milioni in tre anni. La buona notizia è stata ufficializzata ieri. Il finanziamento è stato approvato dalla giunta regionale, su proposta del vice presidente e assessore alla cultura Monica Barni, nell’ambito degli interventi e delle operazioni di salvaguardia e valorizzazione previsti da un accordo con il ministero dei beni culturali. Il provvedimento porterà all’acquisizione al patrimonio pubblico dell’area su cui insiste il sito archeologico e degli immobili funzionalmente ad esso collegati, in quanto strategici per l’attuazione delle attività di valorizzazione ed espositive.
La città etrusca di Gonfienti risale com’è noto al VII secolo a. C. è stata scoperta alla fine degli anni Novanta, durante gli scavi per la realizzazione dell’interporto. Venne abbandonata intorno alla fine del V secolo a. C. per ragioni ancora ignote, ed è considerata come una delle principali città etrusche dell’epoca arcaica, sia per la sua estensione che per l’importanza dei reperti finora riemersi, come la kylix attribuita a Douris - artista greco attivo ad Atene tra il 500 e il 475 a. C. -, che ora è però finita a Campi Bisenzio. L’accordo fra il ministero e la Regione per la costituzione del sistema museale toscano e la valorizzazione e promozione dei beni culturali nell’ambito del quale sono stati stanziati i tre milini è stato siglato lo scorso maggio.
«Con la firma dell’ulteriore documento di attuazione – ha commentato ieri Monica Barni – si rinsalda la nostra collaborazione e si definisce la comune strategia a favore dell’area archeologica di Gonfienti, parte integrante del Parco della Piana». «A differenza di molti che per lungo tempo hanno lasciato non risolta questa situazione nonostante le tante dichiarazioni, noi facciamo i fatti», commenta il sindaco Matteo Biffoni. «Devo ringraziare la Regione Toscana per l’attenzione la condivisione del progetto e la caparbietà di volerlo portare in fondo: è il primo passo per la realizzazione del parco, che con l’acquisto da parte del Ministero potrebbe rientrare nel sistema museale toscano»