LAURA NATOLI
Cronaca

Schiaffi al disabile sul pulmino, condannato il conducente. Non aveva neppure la patente

L’episodio risale al 2019 . L’autista stava portando la vittima, affetta da autismo, in una struttura a Quarrata. Lo prese a botte per farlo calmare

Conducente condannato in primo grado (foto Ansa)

Prato, 30 gennaio 2024 – Lo ha preso a schiaffi e gli ha sferrato un pugno sul volto perché "era troppo agitato". Peccato che la vittima fosse una persona disabile, all’epoca trentunenne, Francesco Morelli, la cui "agitazione" era dovuta al suo stato fisico. L’uomo infatti era affetto da una forma grave di autismo. A picchiarlo in volto, senza che lui potesse reagire, è stato l’autista del pulmino di un’associazione pratese che lo stava accompagnando in una struttura che si prende cura di persone disabili a Quarrata.

Il conducente, pratese di 65 anni, è stato condannato in primo grado dal tribunale di Pistoia a un anno di reclusione per lesioni nei confronti del disabile. Lui e l’associazione per la quale lavorava, convenzionata con il Comune di Prato al trasporto disabili, sono stati inoltre condannati a pagare 5.000 euro alle parti civili, i genitori di Francesco, Edi e Moreno Morelli, assistiti dagli avvocati Lodovica Gatti Dei e Viola Assirelli, come provvisionale.

La sentenza è arrivata a cinque anni dal fatto e Francesco, nel frattempo, è morto un anno e mezzo fa per motivi che non hanno nulla a che vedere con l’episodio riferito nel processo.

Secondo quanto accertato dalle indagini, l’uomo era autista e trasportava i disabili con il pulmino dell’associazione pratese e il fatto avvenne a Villa Nesti a Quarrata, struttura della fondazione Santa Rita. Il conducente, quando l’accompagnatore scese per aprire il cancello, colpì Francesco con alcuni schiaffi e un pugno sul viso, forse perché irritato dal comportamento del passeggero che, seduto sul sedile posteriore e con le mani legate dietro la schiena, mostrava i segni di agitazione tipici della psicosi autistica. A insospettirsi fu la mamma del disabile in quanto notò sul volto del figlio "un vistoso segno sullo zigomo sinistro e un gonfiore rossastro che gli è rimasto sul volto per almeno tre-quattro giorni", disse la donna. I genitori fecero subito denuncia in quanto il figlio non era in grado né di parlare né di indicare chi fosse stato. La vittima non fu refertata in nessuna struttura sanitaria.

Seguirono lunghe indagini per scoprire chi avesse picchiato il disabile. La procura di Pistoia riuscì a risalire al conducente grazie a un testimone che vide la scena e che si trovava nel giardino della struttura. Durante le indagini fu anche accertato che all’uomo era stata sospesa la patente e non era abilitato al trasporto disabili. "E’ stata un episodio vergognoso – spiegano i genitori di Francesco – Nostro figlio era una ragazzo buono, come si fa a picchiare un disabile? La cosa ancor più grave è che l’associazione è iscritta nell’albo del Comune. Sarebbe tenuta ad un controllo sulla idoneità dei conducenti che trasportano persone fragili". Ieri finalmente è arrivata la sentenza.