Laura Natoli e M. Serena Quercioli
Cronaca

Tensione al picchetto: “Furgone tenta di investire i lavoratori in sciopero”

La denuncia dei Sudd Cobas che hanno iniziato una nuova protesta. Don Helmut era presente all’episodio: “Ha accelerato colpendo i ragazzi”

Don Helmut Szeliga

Don Helmut Szeliga

Prato, 21 dicembre 2024 – Hanno rischiato di essere investiti dal furgone che entrava nella ditta. E’ successo giovedì sera al picchetto, promosso dai Sudd Cobas, di fronte al “Pronto Moda TK” al Macrolotto. Presente alla scena era don Helmut Szeliga che da mesi sostiene la battaglia dei lavoratori, soprattutto stranieri, che denunciano di essere sfruttati in aziende a gestione cinese e chiedono solo di essere regolarizzati. Di episodi violenti e al limite ne sono avvenuti molti negli anni, come quello avvenuto giovedì sera quando un furgone della ditta “Pronto moda Tk” ha tentato a tutti i costi di entrare in azienda per ritirare della merce rischiando di investire i lavoratori e i sindacalisti che stavano facendo un picchetto di fronte ai cancelli. Il “Pronto Moda TK” non sarebbe altro – secondo quanto riferiscono i Sudd Cobas – che l’ ex “Pronto Moda Oro”. Gli operai sarebbero da più di un mese senza lavoro dopo un’altra “operazione chiudi e riapri”, secondo quanto riferito dai Sudd Cobas. “Due giorni dopo un controllo dell’ispettorato - sottolinea il sindacato in una nota -, a fine ottobre la proprietà della Moda oro portò via i volumi di merci e i macchinari, svuotando la ditta per eludere ulteriori sanzioni e tasse e lasciando a casa gli operai che avevano avuto il coraggio di iscriversi al sindacato e denunciare all’ispettorato le condizioni di sfruttamento 12x7 a cui erano sottoposti, mentre tutto il resto dei lavoratori sono stati trasferiti. Ad oggi la produzione e le macchine dell’azienda sono state spostate al pronto moda Tk nel Macrolotto 2, che se sulla carta è una società che può non avere niente a che fare con la Moda oro, per i proprietari di quest’ultima è di fatto la nuova sede lavorativa”. Sudd Cobas sottolinea che “contro il ‘chiudi e riapri’ e per i posti di lavoro dignitosi, picchetti continueranno a muoversi dove le proprietà spostano i volumi di lavoro, pensando di scappare dai diritti sindacali e dai doveri contributivi”.

Sull’episodio di giovedì interviene direttamente don Helmut. “I lavoratori – racconta il parroco di San Giusto – devono ancora essere pagati e si sono messi li davanti in picchetto. Giovedì sera verso le 19,30 è arrivato un furgone dell’azienda, guidato da un cinese, il quale intendeva a tutti i costi ritirare degli scatoloni di merce. Lui non ha voluto sentir ragioni della loro protesta, ha accelerato con prepotenza quasi investendo i ragazzi. Uno si è fatto male ad una mano. Gli altri lo hanno bloccato e hanno aperto lo sportello, gli hanno sfilato la chiave dal cruscotto e nel frattempo erano già arrivati i carabinieri che hanno calmato tutti. Questa scena è la palese mancanza di rispetto per la persona umana. Non è giusto licenziare chi si iscrive al sindacato, non pagare gli stipendi, in alcuni casi anche da ottobre e le spettanze. Qualche lavoratore, sono tutti di nazionalità pakistana, è intenzionato a non mollare, altri non stanno bene in salute, a forza di passare ore e ore a tutte le intemperie e ho consigliato di andare a casa. Alcuni hanno paura perché non sanno come pagare l’affitto”.