Prato, 21 novembre 2016 - Diverse centinaia di lavoratori tessili hanno partecipato alla manifestazione organizzata dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil di davanti alla sede di Confindustria Toscana Nord in via Valentini, a Prato, dove si è svolto il presidio regionale in occasione della giornata di sciopero per il rinnovo del contratto di lavoro.
Secondo i sindacati "l'adesione è stata alta, con punte dell’80%".
"L'iniziativa delle lavoratrici e dei lavoratori della Toscana - spiega una nota sindacale - si inserisce nel quadro più generale di proteste e mobilitazioni unitarie in atto nell'intero paese che riguarda gli oltre 400mila addetti (di cui circa 40mila in Toscana) delle aziende del tessile/abbigliamento il cui contratto di lavoro è scaduto da oltre 7 mesi".
“Le lavoratrici e i lavoratori tessili della Toscana hanno fatto sentire la propria voce - dicono Fabio Berni, segretario generale della Filctem Cgil Toscana, e Massimiliano Brezzo, segretario regionale Filctem Cgil con delega al tessile - per ribadire l'importanza del Contratto Nazionale di Lavoro e la necessità di giungere quanto prima alla conclusione della trattativa per il suo rinnovo. L’auspicio è chiudere sul contratto, ma se non arriveranno risposte adeguate dalle controparti la mobilitazione potrà proseguire".
"Riteniamo profondamente sbagliata - continuano i rappresentanti della Filctem Toscana - la posizione di Sistema Moda e, su alcuni aspetti, palesemente in contrasto con le posizioni ufficiali più volte affermate dai rappresentanti delle imprese. Non possiamo infatti interpretare diversamente alcune proposte avanzate dalla delegazione datoriale al tavolo di trattativa, come quella di accentrare a livello nazionale la discussione su alcune materie, come l’orario e le classificazioni, oggi demandate alla contrattazione aziendale, riducendo in questo modo lo spazio del secondo livello di contrattazione. Crediamo inoltre che sia importante - concludono i rappresentanti della Filctem - superare le rigidità e le posizioni pregiudiziali manifestate da SMI in merito, tra le altre cose, al peggioramento delle normative legate alla malattia e alle ferie, all’introduzione del lavoro straordinario obbligatorio, al disimpegno sul nuovo sistema classificatorio dopo anni di lavoro condiviso e al penalizzante sistema proposto per l'erogazione degli incrementi salariali".
"Dai lavoratori della Toscana è arrivata una risposta forte e chiara: vogliamo un contratto e un salario dignitoso - ha detto il segretario UilTec Toscana Andrea Di Caro - Al presidio di Prato è stata altissima la partecipazione perché siamo stanchi di una parte datoriale che fa orecchie da mercante, in un settore che tra l'altro è considerato come cruciale e fondamentale per il sistema economico italiano". "Il nostro auspicio - aggiunge il segretario UilTec - è che, al più presto, si torni al tavolo per trattare. Ma è chiaro che non siamo disponibili a sottoscrivere qualunque accordo, l'interesse dei lavoratori del comparto deve essere salvaguardato e tutelato. Se così non sarà è naturale che ci saranno altre iniziative che, come sindacato, prenderemo".