
Professori in agitazione. Clima incandescente tra i docenti che in questi giorni stanno sostenendo la prova orale per l’immissione al ruolo. La commissione regionale dedicata alle discipline italiano e storia è nel mirino dei candidati per i criteri utilizzati durante la prova orale tanto che la percentuale di bocciati supera il 30% contro una media nazionale e regionale che sfiora il 3%. Una situazione incandescente visto che in ballo c’è il tanto agognato posto fisso o comunque la possibilità - una volta superata la prova - di scalare la graduatoria e conquistare i primi posti per l’accesso alla cattedra stabile. Proprio per questo non è esclusa la possibilità che una trentina di docenti faccia ricorso al Tar. Si tratta del concorso ordinario per le scuole superiori che è in corso alle Pier Cironi, sede regionale per la classe A12 che appunto riguarda le materie di italiano e storia.
La maledizione del concorsone sembra non trovare pace. Già gli scritti erano stati una strage con una percentuale altissima di bocciati: test a crocette e quiz che avevano sollevato non poche critiche da parte dei candidati. Alla prova scritta che si è tenuta lo scorso marzo sono stati ammessi 1.999 candidati ma all’orale per italiano e storia sono arrivati in 274, solo il 13,7%.
"La selettività della prova scritta ha lasciato spazio a un ulteriore periodo di attesa per l’orale, che si presumeva basato sui principi che ispirano a tutti i livelli anche la nostra attività: la comprensione, l’ascolto, la disponibilità. Tanto ci aspettavamo da parte delle commissioni, che si sarebbero accertate di parlare con candidati preparati e professionali", si legge nella nota inviata all’Ufficio scolastico regionale. "La commissione per la classe A012 in Toscana ha iniziato i colloqui lo scorso 22 luglio. Da subito si è capito che quanto stava succedendo non rispettava minimamente le nostre aspettative, e piegava la normativa ad interpretazioni quantomeno dubbie. Prima ancora dell’aspetto formale, siamo stati colpiti nell’immediato dal clima instaurato dalla commissione: atteggiamenti inquisitori, sufficienza, aggressività nei confronti dei candidati".
A lavori ancora in corso, oltre un terzo dei candidati è già stato respinto, mentre nel resto d’Italia le percentuali di bocciatura, in media, sono prossime allo zero (solo l’Umbria raggiunge il 15%). "Siamo i primi a desiderare una scuola di qualità, fatta da professionisti qualificati. Siamo stati portati però a segnalare una grave ingiustizia", prosegue la lettera. "Le azioni e l’atteggiamento della commissione ci fanno sentire sminuiti come docenti, come lavoratori, come persone. La nostra competenza non è stata minimamente tenuta in considerazione. I criteri di valutazione sono stati oscuri e arbitrari". Nonostante la bocciatura i docenti a settembre saranno in cattedra per insegnare, ma con un contratto da precari: In tutto questo, tra un mese lo Stato ci chiamerà ancora a lavorare come supplenti nei licei e negli istituti toscani, e noi ci presenteremo ancora, volenterosi di svolgere il nostro lavoro al meglio".
Silvia Bini