
Ci sono anche telecamere esterne per cercare di fermare le intrusioni all’interno delle scuole (foto d’archivio)
Prato. 29 marzo 2019 - Vigilare sugli studenti. È quanto deve fare la scuola quando gli alunni sono affidati alle cure del personale docente e non. È quello che non è accaduto al Dagomari nel 2014 nei confronti di un allievo dell’istituto che fu picchiato nel cortile dell’istituto da un gruppo di ragazzi estranei alla scuola, per questo il ministero dell’istruzione è stato condannato al risarcimento del giovane rimasto ferito nell’agguato accaduto durante la festa di fine anno. I tre individui si erano introdotti a scuola passando dal cancello che non era stato debitamente chiuso. Questa la motivazione che ha convinto il giudice. Ma cosa fanno le scuole per garantire l’incolumità degli studenti?
I sistemi sono svariati, ma non certo infallibili. Ci sono scuole come il Buzzi che si avvalgono dell’associazione carabinieri in congedo per garantire sicurezza dentro e fuori l’istituto, ce ne sono altre che hanno deciso di investire cifre considerevoli per installare un impianto di videosorveglianza. E altre come il Marconi che hanno messo mano al budget scolastico per installare una recinzione intorno alla scuola proprio per evitare che dall’esterno potessero esserci intrusioni. Insomma i presidi ce la mettono tutta, ma tanto sta anche alla responsabilità degli alunni e non solo. Controllare migliaia di studenti al giorno non è così scontato né tanto meno banale. «Da quando abbiamo la presenza dell’associazione carabinieri in congedo la sicurezza è migliorata. Anche i furti che si verificavano sulle auto nel parcheggio si sono azzerati – interviene il preside del Buzzi Erminio Serniotti –. Si tratta più di un deterrente che altro, ma i risultati ci sono».
I problemi per i dirigenti sono comunque sempre dietro l’angolo: «Momenti come l’ultimo giorno di scuola sono complicati da gestire. Facciamo il possibile», aggiunge. «Per la sicurezza dei ragazzi di recente abbiamo investito una cifra davvero importante per installare un impianto di videosorveglianza a tutti i piani, negli spazi comuni, in tutti quelli esterni come in giardino e nei campi da gioco», conferma la preside del Convitto Cicognini Giovanna Nunziata. «Inoltre una sorveglianza fissa con personale della scuola in portineria e ingresso chiuso con possibilità di accesso solo tramite citofono. Questo perché a scuola possono entrare solo persone identificate».
Anche il Marconi guidato da Tiziano Pierucci è corso ai ripari installando una recinzione esterna così da impedire l’accesso a chi non è autorizzato: «Al Marconi abbiamo rafforzato la recisione intorno al plesso mentre al Livi è attivo un servizio di videosorveglianza oltre ad un monitor collegato con la portineria per vedere chiunque entri – spiega – . Al Brunelleschi invece la recinzione esterna impedisce contatti. Si entra solo da un cancello ma non prima di essere identificati».
Silvia Bini