In principio fu Canto alle tre gore, poi venne il Canto degli innamorati. Due innamorati speciali al cui nome si lega la più preziosa bottega artistica del Quattrocento a Prato: il pittore Filippo Lippi e la monaca Lucrezia Buti, dalla cui unione sbocciò poi il talento di Filippino.
Nessun cambio di toponomastica in quella zona del centro stretta nella morsa di traffico e incuria, dove proliferano quasi tutte attività etniche. Un tocco di bellezza vuole darla l’installazione (ispirata a una delle opere dell’artista e writer italiano Kenny Random) che omaggia gli innamorati più tormentati di Prato, spuntata da pochi giorni all’altezza dell’incrocio con via Santa Margherita.