
Calcio (foto d'archivio)
Prato, 18 dicembre 2017 - UN CALCIO di rigore non assegnato quasi allo scadere, due giocatori espulsi, gli animi che si accendono. Poi il triplice fischio del direttore di gara della sezione di Lucca, che sembra porre fine a una partita vibrante, nervosa. E invece il “fattaccio” arriva proprio lungo la strada per le docce: l’arbitro entra all’interno dello spogliatoio a lui riservato, ma dimentica le chiavi all’esterno, inserite nella toppa. Un calciatore passa proprio in quel momento e lo chiude dentro. Sembra uno scherzo banale, ma intanto i minuti passano, le chiavi restano nascoste e comincia la surreale ricerca della copia.
UNA VICENDA quasi incredibile, che si conclude solo venti minuti dopo, quando il presidente de La Querce, Vinicio Nucciarelli, trova il mazzo di riserva e riesce a fare uscire fuori dallo spogliatoio l’arbitro. L’episodio è andato in scena ieri pomeriggio al campo sportivo Becheroni. Siamo in Seconda categoria, in programma c’è la sfida fra i padroni di casa e la Pietà 2004. Una partita importante, che vale un pezzo del cammino salvezza delle due squadre. Tutto sembra filare liscio, ma poi nel finale di gara monta la contestazione. Rigori non dati, espulsioni, proteste. A vincere di misura 1-0 è La Querce, a lamentarsi per la direzione dell’arbitro sono i giocatori della Pietà 2004. Le proteste non sono una novità sui campi da gioco di provincia. Però questa volta si va oltre. E va in scena una bravata, quella di chiudere l’arbitro nello spogliatoio, che riporta subito alla mente di tutti gli italiani la data del 6 novembre 2004, quando l’allora direttore generale della Juventus, Luciano Moggi e l’amministratore delegato Antonio Giraudo furono accusati di avere chiuso a chiave negli spogliatoi l’arbitro Paparesta e i suoi collaboratori Cristiano Copelli e Aniello Di Mauro.
PER QUELLA vicenda i due dirigenti bianconeri vennero indagati per concorso in sequestro di persona nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Napoli. Questa volta, invece, si parla di una vera e propria goliardata. Di un gesto, forse scappato di mano, che però rischia di avere pesanti conseguenze a livello di giustizia sportiva. Perché l’arbitro non l’ha presa affatto bene e ha assicurato che riporterà tutto per filo e per segno nel referto di gara. Ma in questo caso di è la colpa? Dalle due società nessuno vuole parlare, limitandosi a un rimpallo di accuse. Mentre gli addetti ai lavori non hanno dubbi: «Di sicuro i dirigenti accompagnatori sono a rischio squalifica – spiegano dalla federazione – e le società possono incappare in una maxi multa. Poi, se l’arbitro ha individuato il colpevole, allora si beccherà un pesante provvedimento disciplinare». Insomma, uno voleva essere uno scherzo, ma alla lettura del referto di gara, probabilmente, per il colpevole ci sarà poco da ridere.
Giovanni Fiorentino
Stefano De Biase