Laura Natoli
Cronaca

Senzatetto sviene in strada. “Mangiava le bucce della frutta fra l’indifferenza dei passanti”

Il racconto di Mila Pecchioli che ha prestato soccorso a un giovane che si è sentito male. in via Roma. “Era magrissimo e disidratato. E’ crollato a terra. Nessuno ha mosso un dito per aiutarlo”

Mila Pecchioli (Foto Attalmi)

Mila Pecchioli (Foto Attalmi)

Prato, 25 luglio 2024 – Lo ha visto a terra in mezzo alla strada, sotto il sole. Stava razzolando in alcuni sacchetti della spazzatura e stava mangiando le bucce della frutta, le costole delle verdure, gli scarti del cibo fra l’indifferenza di tutti. “Era di una magrezza che faceva paura, non si reggeva in piedi, stentava a tenere gli occhi aperti. Mi ha fatto tanta pena anche perché si vedeva che era molto giovane”.

La signora Mila Pecchioli si messa una mano sul cuore e ha deciso di aiutare quella persona sconosciuta. “Quello che mi ha sorpreso di più è stata l’indifferenza della gente, in tanti lo hanno visto ma nessuno lo ha mosso un dito per aiutarlo – attacca la donna – Non voglio passare come una eroina, non lo sono e non ho fatto nulla di particolare ma non riesco a capire l’atteggiamento di indifferenza delle persone, nella nostra civile Prato. Nessuno che si sia mosso per dargli una mano, era un ragazzo in difficoltà”.

La signora Pecchioli ha visto il giovane ieri mattina in via Roma, all’altezza dell’incrocio con via Torino. Lo ha avvicinato e gli ha chiesto se avesse bisogno di qualcosa. “Mi ha risposto che aveva fame – racconta – così sono entrata in un bar e ho comprato un panino e una bottiglietta d’acqua, era disidratato. Quando sono uscita l’ho visto in piedi che tentava di attraversare, è crollato. L’ho raggiunto e gli ho offerto il panino e l’acqua ma era svenuto”.

La donna ha provato a farlo parlare per chiederli cosa gli fosse successo. “So un po’ di inglese – spiega ancora Mila Pecchioli – Mi ha detto di chiamarsi Hassan, di avere 20 anni e di essere originario dell’Etiopia. Ho chiamato subito l’ambulanza”.

Sul posto è intervenuta un mezzo della Pubblica Assistenza Prato Sud che ha preso in carico il giovane straniero e lo ha portato al pronto soccorso. “Mentre si trovava sulla barella ha alzato una mano per salutarmi e mi ha detto ’thanks mom’, ’grazie mamma’. Mi sono commossa”, ha aggiunto la donna.

"Quando ho provato a coinvolgere le persone che erano lì mi sono sentita rispondere ’tanto è un drogato’, ’lascialo lì’. Ma dove è finita la compassione? La solidarietà? Non era un drogato, era disidratato, stava male, si vedeva benissimo. Ho prestato servizio sulle ambulanze, so riconoscere un drogato da una persona che non si sente bene. Aveva le labbra spaccate per la mancanza di idratazione, chissà da quanto tempo non beveva, con questo caldo. Vorrei sensibilizzare tutti perché non possiamo girarci dall’altra parte quando vediamo qualcuno che soffre, di qualsiasi nazionalità sia o qualunque sia la sua storia. Vorrei sapere se sta meglio e vorrei offrirgli il mio aiuto: se ha bisogno di qualcosa, di vestiti. Aveva addosso solo stracci”.

“Di situazioni simili ne arrivano ogni giorno all’ospedale – conferma Simone Magazzini, direttore del pronto soccorso – Il più delle volte sono persone disidratate, gli diamo da bere e da mangiare e si riprendono. A volte li indirizziamo alla Caritas, altre volte si allontanano spontaneamente rifiutando gli aiuti”.