Lo avevano rapito, picchiato per ore e quasi torturato con una pinza per una questione legata ad un chilo di coca. Una brutta vicenda avvenuta la notte fra il 11 e il 12 febbraio 2023 a Prato. Ma la vittima, un albanese oggi venticinquenne e residente a Pistoia, una volta liberata, dopo il pagamento di un riscatto da 8mila euro, aveva deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. Il fascicolo andò a finire alla Dda di Firenze con la pesante accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione (reato che per competenza è seguito dall’antimafia). Ieri al termine dell’udienza preliminare il gip di Firenze Sara Farini ha rinviato a giudizio il presunto mandante di una spedizione punitiva, un marocchino di 34 anni che nel frattempo è fuggito all’estero. L’imputato è accusato di concorso in sequestro di persona e lesioni. Il processo si aprirà il 15 aprile 2025 davanti alla corte d’assise di Firenze. Lo stesso giudice ha condannato in abbreviato un 32enne albanese a 7 anni 6 mesi di reclusione, e due cugini, nomadi, originari di Roma e Pistoia, di 29 anni uno, di 39 l’altro, a 8 anni e 8 mesi (entrambi latitanti). Per loro la pubblico ministero antimafia Christine von Borries aveva chiesto condanne tra i 12 e 17 anni di reclusione. Il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo di pena.
Secondo quanto ricostruito grazie alle indagini della Dda, la vittima aveva ricevuto, nell’agosto del 2022, un pacchetto contenente della droga dall’albanese. Quest’ultimo gli aveva chiesto di consegnarlo al marocchino che abitava nella stessa casa della vittima. La droga però era sparita. La consegna non era andata a buon fine in quanto, la vittima – così ha sostenuto – aveva nascosto il pacchetto con un chilo di cocaina in un cespuglio. Non l’avrebbe, però, più ritrovata. L’albanese e il marocchino si rifecero vivi a febbraio 2023. Con una scusa, attirarono la vittima in un parcheggio alle Fontanelle e lì lo fanno salire sull’auto dell’albanese che era in compagnia dei due nomadi. I tre lo portano in località Colle, nel comune di Quarrata. E lì cominciarono le torture. Il 25enne viene minacciato e gli venne intimato di restituire i soldi della droga sparita, circa 80.000 euro. Venne spogliato e lasciato al freddo, picchiato e torturato con una pinza. Uno dei due uomini gli schiacciò un pollice con la pinza fino a fargli uscire il sangue, poi fece lo stesso con un orecchio. Durante quegli attimi di terrore, venne girato un video inviato al fratello per chiedere il riscatto che fu pagato quella stessa notte.
La vittima si presentò in ospedale dove gli venne data una prognosi di 27 giorni per le ferite riportate al dito, all’orecchio e per un brutto trauma cranico