Prato, 29 agosto 2023 - Rapito, picchiato per ore e quasi torturato con una pinza per un vecchio debito di droga. Una brutta storia che sarebbe avvenuta la notte fra il 11 e il 12 febbraio a Prato. Protagonisti della vicenda tre trentenni, i due aguzzini e la vittima – tutti stranieri – che dopo quella terribile notte ha sporto denuncia ai carabinieri di Prato. Il fascicolo è finito alla Dda di Firenze con la pesante accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione (reato che per competenza è seguito dall’antimafia). Nei giorni scorsi, la Dda ha chiuso le indagini a carico di Rafael Matija, 31 anni originario dell’Albania, e Mohamed Chakir, marocchino di 33 anni. Mentre il primo si trova in carcere a Prato nell’ambito di quest o procedimento, il secondo è stato dichiarato irreperibile. Su di lui pende ancora un ordine di custodia cautelare emesso dal gip di Prato più di un anno fa.
I due sono accusati, oltre che di sequestro di persona a scopo di estorsione, anche di lesioni personali, furto e minacce.
Il fatto contestato dalla Dda risale al febbraio scorso. Secondo quanto ricostruito, la vittima aveva ricevuto, nell’agosto del 2022, un pacchetto contenente della cocaina da Matija. Quest’ultimo gli aveva chiesto di consegnarlo al Chakir che abitava nella stessa casa della vittima. La droga però è sparita.
La consegna non era andata a buon fine in quanto, la vittima – così ha sostenuto – aveva nascosto il pacchetto con un chilo di cocaina in un cespuglio. Non l’avrebbe, però, più ritrovata.
L’albanese e il marocchino si rifanno vivi dopo sei mesi. Con una scusa, attirano la vittima in un parcheggio alle Fontanelle e lì lo fanno salire sull’auto di Matija che era in compagnia di altri due uomini mai identificati. I tre lo portano in una zona collinare della città e lì cominciano le torture. Il trentenne viene minacciata e gli viene intimato di restituire i soldi della droga sparita, circa 80.000 euro. Viene spogliato e lasciato al freddo, picchiato e torturato con una pinza. Uno dei due uomini gli schiaccia un pollice con la pinza fino a fargli uscire il sangue, poi fa lo stesso con un orecchio. Durante quegli attimi di terrore, Matija fa anche una videochiamata al Chakir che intima alla vittima di restituire i soldi della droga altrimenti lo avrebbero ucciso chiudendolo nel bagagliaio dell’auto e dandogli fuoco.
Il brutale episodio sarebbe andato avanti per tre ore fra botte, pugni e schiaffi e minacce. La vittima viene rilasciata solo dopo che il fratello, contattato dai rapitori, acconsente a consegnare 8.000 euro in contanti. Lo scambio sarebbe avvenuto in un distributore della città intorno alle una e trenta. E’ solo al quel punto che l’uomo viene rilasciato.
La vittima si presenta in ospedale dove gli viene data una prognosi di 27 giorni per le ferite riportate al dito, all’orecchio e per un brutto trauma cranico. Dopo sporge denuncia ai carabinieri del Nucleo investigativo. La procura antimafia ha chiuso le indagini in tempi record anche se due degli aguzzini non sono mai stati trovati. Chaki r è indicato come il mandante del sequestro ma di lui si sono perse le tracce.