Sequestrato e torturato per una partita di cocaina: scattano le condanne, ma il mandante è fuggito

La vicenda del febbraio 2024 che si snoda tra Prato e Quarrata: un 24enne fu attirato in una trappola quindi portato in una zona solitaria della provincia di Pistoia. Tutto ruota intorno a un chilo di sostanza che il ragazzo avrebbe sottratto all’organizzazione

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Carabiniere in un'immagine di repertorio

Prato, 8 novembre 2024 – Fu sequestrato e torturato per un chilo di cocaina e poi rilasciato dopo pagamento di un riscatto da 8mila euro. La vittima era un albanese di 24 anni. I fatti avvennero a Prato la notte tra l'11 e il 12 febbraio 2023. Oggi, al termine dell'udienza preliminare, il gip di Firenze Sara Farini ha rinviato a giudizio il presunto mandante di una spedizione punitiva, un marocchino di 34 anni che nel frattempo è fuggito all'estero.

L'imputato è accusato di concorso in sequestro di persona e lesioni. Il processo comunque sia si aprirà il 15 aprile 2025 davanti alla corte d'assise di Firenze. Lo stesso giudice ha condannato in abbreviato un 32enne albanese a 7 anni 6 mesi di reclusione, e due cugini, nomadi, originari di Roma e Pistoia, di 29 anni uno, di 39 l'altro, a 8 anni e 8 mesi.

Per loro la pm antimafia Christine von Borries aveva chiesto condanne tra i 12 e 17 anni di reclusione. Il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo di pena.

Nella vicenda, la sera dell'11 febbraio, hanno ricostruito le indagini, la vittima fu bloccata a bordo della sua auto, alla periferia di Prato, dai due nomadi e dall'albanese.

Lo avrebbero accusato di aver rubato un chilo di cocaina affidatagli già nel luglio 2022, perché la consegnasse al 34enne marocchino.

Durante un incontro chiarificatore il 24enne fu caricato su una vettura e portato in un luogo isolato, in località Colle, nel comune di Quarrata (Pistoia).

Qui, secondo l'accusa, lo colpirono con pugni e calci. Poi gli schiacciarono un dito con una pinza. Infine lo avrebbero costretto a spogliarsi e ripreso col cellulare. Inviarono il video al fratello per chiedere il riscatto che fu pagato quella stessa notte. Il 24enne venne rilasciato in una stazione di servizio a Prato e il giorno successivo, spaventato da nuove minacce, denunciò gli aggressori ai carabinieri. Oggi una prima sentenza.