Poco dopo le 13 di ieri la sindaca Ilaria Bugetti ha firmato l’ordinanza per chiudere centri commerciali, attività produttive e commerciali. Il tam tam è iniziato pressoché immediatamente sui social. L’obbligo di chiusura di tutte le attività commerciali e produttive per maltempo è un qualcosa a cui non si è abituati. L’amministrazione ha avvertito le associazioni di categoria che a loro volta hanno passato il messaggio agli associati e così dalle prime ore del pomeriggio sono iniziate a calare le saracinesche di negozi, bar, pasticcerie, centri medici, estetiste, e come un domino le insegne hanno iniziato a spegnersi. Le aziende hanno avvertito i clienti e disdetto appuntamenti, i ristoranti hanno fatto lo stesso per i tavoli prenotati. L’allerta passata da arancione a rossa ha convinto l’amministrazione ad adottare la misura più drastica. Attività produttive e commerciali hanno chiuso, rimettendoci gli incassi della giornata, ma la sicurezza viene prima di tutto. Il problema è stato però sollevato da alcuni imprenditori che hanno seguito l’ordinanza, chiuso l’attività e mandato via clienti cosa che però non è stata fatta da molti dei negozi etnici presenti in città. E così ben oltrei l’orario in cui è entrata in vigore l’ordinanza firmata dalla sindaca c’erano negozi di parrucchieri pachistani intenti a fare tagli di capelli, market a vedere frutta e verdura e tavole calde di via Pistoiese che hanno continuato a servire cibo. Una situazione che non è passata inosservata e ha scatenato le ire degli imprenditori che invece avevano chiuso. "Noi abbiamo disdetto le prenotazioni del venerdì, ma in via Pistoiese vedo che sono tutti aperti. Questo non è tollerabile", dice un ristoratore del centro storico.
E così intorno alle 17 di ieri pomeriggio alcune pattuglie della polizia municipale hanno iniziato a fare il giro per invitare tutti i commercianti a chiudere. In piazza Ciardi al negozio gestito da pachistani è stata fatta abbassare la saracinesca così come in altre vie della città. Almeno così resta l’amaro per l’incasso mancato, ma non la beffa di vedere altri lavorare.
Silvia Bini