Servizi sanitari in pericolo: "Tagli al personale e tante fughe. Previsti 300 lavoratori in meno"

Sos della Cisl dopo la presentazione del piano triennale Asl del fabbisogno per gli organici "Negli ultimi mesi sono aumentate le dimissioni, molti hanno già scelto altri impieghi".

Quale sarà il peso su Prato di quei 300 tagli da effettuare nei prossimi tre anni tra i lavoratori della sanità non è dato di saperlo. "Nel piano triennale di fabbisogno di personale l’Asl Toscana centro ha fornito questo dato complessivo – chiosa Massimo Cataldo, segretario della Funzione pubblica della Cisl Firenze Prato con delega alla sanità – Al momento non abbiamo ancora contezza sulle ricadute sui vari territori e ne sulle professioni. Si tratta di un’operazione che pare non fare sconti a nessuno, coinvolgendo infermieri, ostetriche, oss, personale tecnico sanitario, amministrativo e la dirigenza, sia medica che delle altre professioni per un risparmio economico di circa 14 milioni di euro nel triennio". La stessa Asl ribadisce "che i dati relativi alle assunzioni dei prossimi anni sono dati generali allineati con gli obiettivi che la Regione assegna all’Azienda e, come tali, complessivi e non declinabili per singoli ambiti territoriali". Un annuncio che fa preoccupare il sindacalista anche perché "saranno a rischio i tanti servizi attivati sul territorio. E poi: come si fa a parlare di riduzione di personale, se a Prato dovrà essere aperta la palazzina esterna al Santo Stefano?". Tra i malumori evidenziati da Cataldo, per esempio, quello "per l’aumento dell’Irpef ma anche per il mancato pagamento in un’unica soluzione, nella mensilità di dicembre, dell’anticipo dell’indennità dovuta alla mancanza del rinnovo del contratto scaduto dal 2021".

Cataldo, inoltre, pone l’attenzione su un fenomeno sempre più evidente tra le fila dei professionisti della sanità: "Negli ultimi mesi sempre più operatori della salute hanno deciso di abbandonare il pubblico impiego per dirottarsi verso altre proposte lavorative, anche in settori diversi dalla sanità". Una situazione, quest’ultima, che "sta provocando un ingolfamento delle strutture dovute proprio ad una maggior esigenza di personale rapportata ad un aumento di richiesta da parte della popolazione residente nei territori della Toscana Centro – ribadisce Cataldo – sotto le festività natalizie, tra covid e picco influenzale, alcune strutture ospedaliere hanno rischiato di implodere, con i pronto soccorso costretti a stipare i pazienti fino a che non si liberavano i posti letto nelle barelle, questo è accaduto a Empoli, a Prato e in alcuni presidi fiorentini e pistoiesi".

A proposito anche il pronto soccorso del Santo Stefano è finito nell’occhio del ciclone dell’influenza e dei lunghi ponti per le festività natalizie e di capodanno. Gli accessi nelle 24 ore arrivano fino a 270 e talvolta anche più in alto con tantissimi casi di pazienti anziani con criticità respiratorie, facendo aumentare il numero dei ricoveri. Il personale è tutto schierato per questo ultimo week end festivo: e mentre le fughe dei medici dal pronto soccorso, come nel resto dei dipartimenti di emergenza urgenza, sono una realtà, altrettanto è realtà il fatto che non è possibile accedere alle graduatorie. Non solo. C’è un’altra variabile importante: il professionista che si aggiudicasse un posto al pronto soccorso, accetterebbe di varcarne la soglia?

Sara Bessi