PRATO
"È una tradizione ormai che Sandro venga a Prato a presentare ogni suo libro, appena uscito, e che lo introduca io. Un’occasione a cui entrambi teniamo molto e che credo porti fortuna".
Sarà Edoardo Nesi a dialogare, stasera dalle 18.30 al Centro Pecci, con Sandro Veronesi, due volte vincitore del premio Strega, che presenta il suo nuovo lavoro, "Settembre nero", edito da La Nave di Teseo.
Un dialogo che oltre al libro racconterà la lunga amicizia tra Veronesi e l’altro premio Strega pratese, Nesi, vincitore con "Storia della mia gente" nel 2011. "Siamo amici da moltissimo tempo, prima ho conosciuto il fratello Giovanni con cui avevamo legato – spiega Edoardo Nesi – e che mi parlava di suo fratello maggiore, Sandro, in termini entusiastici, l’ammirava. Così ho iniziato a frequentarlo ed è stato lui a farmi avvicinare alla lettura dei grandi autori. Sono un autodidatta e lo ero già da ragazzo, amavo le storie di fantascienza e a Sandro chiedevo consigli su cosa leggere. Quei libri mi aprirono un mondo di grandezza letteraria, erano i classici, ’Guerra e pace’ di Tolstoj, poi Salinger".
Nesi aggiunge: "Conoscere i fratelli Veronesi fu importante per me, erano gli anni ’80 e loro due, con i libri, le sceneggiature e con il cinema erano la dimostrazione che si poteva vivere della propria arte".
Il nuovo romanzo "Settembre nero" arriva dopo cinque anni di attesa per i lettori di Veronesi e narra l’estate in Versilia di un dodicenne, Gigio Bellandi, nel 1972, e l’evento irreversibile che la travolge. Un romanzo d’iniziazione, sul potere delle parole, capaci di sedurre e salvare, che sboccerà nel talento straordinario del protagonista per la traduzione. La voce narrante è dello stesso Gigio, sessantenne che è riuscito a guarire le sue ferite, una figura a tratti autobiografica. E tratti dell’amicizia tra Nesi e Veronesi sono presenti in tutto il testo. Come la Versilia vissuta da ragazzi in vacanza, di cui si rievocano anche gli odori, i colori e i suoni di giorni senza pensieri e del primo amore.
"La Versilia era il punto di riferimento per le famiglie pratesi – ricorda Nesi – ognuno di noi ha ricordi bellissimi delle estati trascorse là".
Proprio la traduzione, elemento salvifico del romanzo, è il filo che ha legato i due Strega pratesi agli inizi della loro carriera, prima cominciò Veronesi come redattore della rivista "Nuovi argomenti", e poi si portò dietro Nesi, che dice: "Per noi la traduzione è stata un grande privilegio e una grande lezione. Il lavoro che rammento con più intensità fu quando Sandro mi affidò da tradurre un racconto incompiuto di Malcolm Lowry (autore di "Sotto il vulcano", ndr), si intitola ’Veglia fantasmi’ e aveva ancora le annotazioni dell’autore su come avrebbe dovuto svilupparsi, emozionante. E’ tuttora un gioiello".
A essere tradotta perfettamente da tempo è la loro intesa. "Sandro esordì nella scrittura e io lo seguii, abbiamo fatto cose insieme per Fandango e ora per la Nave di Teseo, ci diamo ancora consigli di lettura e la nostra amicizia è rimasta viva", sottolinea. "Sono orgoglioso di presentare il libro in cui Veronesi da autore maturo riesce a tratteggiare le emozioni di un 14enne e a darci un ritratto fantastico di quel periodo" continua lo scrittore de ’L’età dell’oro’, che parla dei suoi progetti: "In questi giorni ho iniziato a buttare giù qualche idea, da più di un anno ero completamente fermo, devi aspettare i tempi, ho imparato che quando un libro non viene, non viene e non si può forzare".
E stasera? "Non ho preparato nessun canovaccio, io e Sandro parleremo, se le cose sono preparate non ci si diverte più e sarò breve, ci tengo che lui parli il più possibile al suo pubblico".
Elena Duranti