"La crisi epocale del commercio al dettaglio ha avuto e avrà conseguenze negative importanti anche sul nostro distretto tessile, che conta più di 8000 aziende con 40000 addetti diretti. Ad essere in crisi è soprattutto il comparto moda a causa di una catena di distribuzione ormai troppo lunga e con troppi passaggi, che fa aumentare il prezzo finale fino a farlo diventare troppo alto per la tasche e le abitudini del consumatore di oggi". Lo ha detto Jonathan Targetti (foto), candidato sindaco di Targettopoli e imprenditore nel settore moda, durante un incontro con Confartigianato. "Ci sono altri fattori che stanno determinando la crisi del sistema moda – ha sottolineato –, ma ritengo che questo sia il più decisivo che poi ne innesca altri. Da dove si riparte? Dal potenziamento delle catene business to consumer, dove i produttori andranno direttamente dai clienti finali, saltando passaggi, aumentando la marginalità e migliorando l’esposizione finanziaria. Anche i singoli negozi dovranno trasformarsi da commercianti a produttori diretti". Secondo Targetti a Prato molte aziende tessili completeranno la filiera costruendosi il proprio brand, come ha fatto ad esempio Beste con Monobi. "Non è la prima volta che il nostro distretto cambia, si trasforma, si apre a nuove sfide: è il bello di Prato. Il 2024 e 2025 saranno due anni duri. Chi rimarrà in piedi, ripartirà con modelli di business completamente diversi. Forse gli anni venti saranno studiati proprio per questo cambio epocale di paradigma, con la fine dei retailers classici e l’ascesa delle filiere sempre più dirette. Qualche mio avversario ha lamentato la necessità di alzare il livello del dibattito – ha concluso –. Io su questi temi ci sono".
Cronaca"Sfide tessile. Tema decisivo. E io ci sono"