REDAZIONE PRATO

Sfruttamento e lavoratori in nero: "I controlli congiunti funzionano". Ditte irregolari nel 78% dei casi

Il report dell’Ispettorato del lavoro dimostra che i blitz con Asl e Dtl nel 2016 hanno portato a 2,5 milioni di sanzioni, 231 attività chiuse e 205 regolarizzate. Lunedì arriva la Commissione parlamentare d’inchiesta.

Sfruttamento e lavoratori in nero: "I controlli congiunti funzionano". Ditte irregolari nel 78% dei casi

Il report dell’Ispettorato del lavoro dimostra che i blitz con Asl e Dtl nel 2016 hanno portato a 2,5 milioni di sanzioni, 231 attività chiuse e 205 regolarizzate. Lunedì arriva la Commissione parlamentare d’inchiesta.

Arriva la Commissione parlamentare d’inchiesta. A far innescare la miccia è stato il caso di Seano che ha portato alla luce nuovi episodi di sfruttamento della manodopera straniera. Lunedì ad accendere ulteriormente i riflettori ci sarà la commissione parlamentare guidata dall’onorevole Pd, Chiara Gribaudo, braccio destro della segretaria dem Elly Schlein. I commissari faranno tappa in Prefettura dove incontreranno i sindaci della provincia: le audizioni serviranno ad ottenere un resoconto specifico, dettagliato e puntuale sulla situazione delle condizioni di lavoro.

Un’attività che va in parallelo alla battaglia portata avanti dalla sindaca Ilaria Bugetti di affiancare in modo sistematico gli ispettori del lavoro agli ispettori Asl nei controlli alle imprese cinesi del progetto Lavoro sicuro finanziato da Comune e Regione.

Sì perchè i controlli vanno bene, ma se non vengono fatti in modo efficace perdono di forza. C’è un report dell’Ispettorato del lavoro che testimonia l’efficacia dei controlli congiunti tra Asl e Dtl nelle aziende a conduzione cinese per verificare le condizioni di sicurezza, la presenza di lavoro nero e l’evasione contributiva. Riguarda il progetto Lavoro sicuro della zona fiorentina nel periodo 2015-2016. Grazie a piante organiche più adeguate di quelle di Prato, in quel periodo l’ispettorato del lavoro ha partecipato assiduamente ai controlli dei colleghi dell’Asl nelle aziende cinesi dell’Osmannoro e dintorni. Nel 2015 è successo per 1382 aziende e ben il 78%, ossia 1080, è risultato irregolare.

I lavoratori fuori regola sono stati 1044 su 2160 e ben 783 erano a nero. La presenza di lavoro nero ha permesso di sospendere 231 attività. Sospensioni revocate per 205 di queste dopo il pagamento delle sanzioni che ammontano a 2,5 milioni di euro e alla messa in regola dei lavoratori. L’evasione contribuiva è stata di 1,9 milioni di euro. Simili i dati sui primi sei mesi del 2016 con 3,7 milioni di sanzioni e 2,9 milioni di evasione accertati. E’ la dimostrazione che i doppi controlli funzionano e che oltre alla messa in regola consentono di introitare risorse importanti, a beneficio della collettività e in grado di compensare le spesa per le assunzioni del personale. Numeri che confermano la bontà della proposta lanciata pochi giorni fa dalla sindaca.

"Un intervento che richiede un progetto speciale per Prato se davvero il governo ha la volontà politica di combattere l’illegalità e lo sfruttamento - afferma la sindaca Bugetti -. Limitarsi al riconoscimento del problema non basta e anzi rischia di sporcare pesantemente l’immagine di una città che ha fatto del lavoro e della capacità imprenditoriale la sua forza. Dunque invito il governo a dare strumenti e personale per combattere l’illegalità. E’ una richiesta che arriva anche dalle categorie economiche e sociali che rappresentano il nostro distretto tessile. Un distretto che crede nel suo futuro investendo in transizione digitale ed ecologica, che ha bisogno di manodopera specializzata ma anche di una classe politica che sappia rappresentare le sue esigenze senza demagogia o populismi. Come Comune in questi anni abbiamo fatto il massimo rispetto alle nostre competenze. Siamo pronti a continuare spingendo al massimo, ma anche il governo deve fare la sua parte dandoci strumenti che competono allo Stato. Comune e Regione mettono a disposizione un’organizzazione collaudata, il governo ci metta gli ispettori del lavoro necessari".

Silvia Bini