Prato, 27 ottobre 2024 – Prosegue l’onda lunga delle reazioni dopo le parole, quanto mai chiare, contenute nella relazione del procuratore Luca Tescaroli. Parole scritte nero su bianco per tratteggiare il quadro della criminalità nella provincia spiegando che “c’è un elevato allarme criminalità”, legato a fenomeni mafiosi in cui si annida lo sfruttamento del lavoro. La relazione è stata inviata al governo dopo l’interrogazione della deputata di Fratelli di Italia, Chiara La Porta, e del collega Francesco Michelotti, sulla necessità di istituire a Prato una sezione distaccata della Dda (direzione distrettuale antimafia).
Un tema caldissimo, collegato alla questione dei controlli nelle aziende per contrastare il fenomeno radicato dell’illegalità economica, sul quale interviene Riccardo Bartolini, segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil di Prato e Pistoia che chiede “un piano straordinario di assunzioni per combattere lo sfruttamento”.
Bartolini cavalca l’onda del momento e si aggiunge al coro di quanti, a cominciare dalla sindaca Ilaria Bugetti, chiedono di sostenere Prato nella battaglia per far emergere chi fa impresa sana e combattere chi delinque.
“Senza potenziare i servizi ispettivi sarà difficile portare avanti una battaglia serrata al lavoro nero e allo sfruttamento”, chiosa Bartolini, eletto il 25 settembre segretario generale della Funzione Pubblica Cgil. “Il tema della lotta allo sfruttamento è per la legalità nei luoghi di lavoro della nostra città è molto complesso ma, dal nostro punto di vista due cose sono certe. Occorre rilanciare il lavoro del tavolo interforze superando difficoltà organizzative e limiti burocratici come l’accesso alle banche dati. In secondo luogo è indispensabile promuovere un piano straordinario di assunzione dei lavoratori che sono in prima linea in questa lotta”.
Il sindacato parla di “fenomeno di dimensioni enormi” e ammette che si tratta di “una battaglia che Prato non può combattere da sola”. I problemi sono numerici: tre gli ispettori che effettivamente lavorano sul campo, una goccia in mezzo al mare della illegalità. Oltre a questo c’è un problema di merito: i controlli che avvengono all’interno di capannoni gestiti senza alcun rispetto dei lavoratori né delle sicurezze e che impegnano il personale di Insp, Inail, Asl e delle forze dell’ordine per ore a volte giorni, sono equiparati a tutti gli altri tipi di controlli. “Ci deve essere un incentivo - aggiunge il segretario Cgil -. Ho assunto il ruolo generale da poco tempo, ho avuto modo di confrontarmi con il personale che ha partecipato ai controlli all’interno dell’azienda di Seano finita nel ciclone negli ultimi giorni, mi hanno parlato della parte ispettiva e della mole di lavoro che segue ad una ispezione del genere. Serve che il governo abbia la contezza di quello che accade nella nostra provincia, quindi ben vangano tutte le azioni che si possono portare avanti insieme e in questa direzione”.
Bartolini parla di numeri e necessità: “È necessario un intervento analogo sull’insieme degli enti che si occupano del tema a cominciare dell’ispettorato del lavoro. Gli ispettori tra ordinari e tecnici effettivamente operativi a Prato sono 22. Si tratta di un numero insufficiente che non copre neppure la pianta organica prevista alla quale mancano due unità. Nella stessa condizione sono gli uffici dell’Inps e dell’Inail che hanno effettivamente operativi solo 3 ispettori - conclude -. L’insufficienza della pianta organica è ancora più evidente se si rapporta al numero delle imprese presenti sul territorio pratese che sono 29.157 in base ai dati del 2023, si comprende come così sia una battaglia impari. Chiediamo al governo di intervenire rapidamente ed in modo straordinario”.