Le note del Silenzio risuonano in piazza delle Carceri dove i rappresentanti delle istituzioni militari e politiche rendono omaggio al Giorno della Memoria a 80 anni dalla liberazione dei campi di concentramento nazisti. La tromba intona poi le note dell’Inno d’Italia e chi è in piazza mano sul cuore canta le parole scritte da Goffredo Mameli. Le celebrazioni sono iniziate con la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei caduti in piazza delle Carceri, alla presenza del prefetto Michela La Iacona e dei rappresentanti della Provincia di Prato, dei Comuni, delle Forze dell’Ordine, della Comunità ebraica, Anpi, Aned, Casa delle Memorie di guerra per la Pace, Museo della Deportazione e Resistenza di Figline e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Alla celebrazione hanno preso parte parte anche gli studenti del Consiglio comunale dei ragazzi, rappresentanti di tutte le scuole secondarie di primo grado della città. La sindaca Ilaria Bugetti e il presidente del consiglio comunale Lorenzo Tinagli hanno poi accompagnato gli studenti presenti in una passeggiata nel centro storico lungo le pietre d’inciampo. Anche a Prato il 7 marzo 1944, sulle rovine di un violentissimo bombardamento alleato, cominciò la caccia all’uomo: furono deportate 152 persone e solo in 24 fecero ritorno a casa. "Non basta ricordare quell’orrore una volta l’anno per sentirsi a posto con la propria coscienza. – interviene la sindaca Bugetti -. La memoria va esercitata sempre con un’attenzione particolare alle scuole per rafforzare un patto generazionale sulla memoria che l’inevitabile scomparsa dei sopravvissuti alla Shoah potrebbe indebolire. Il giorno della memoria serve proprio a darci gli anticorpi per riconoscere e combattere chi vuole mettere a rischio la nostra democrazia e calpesta la dignità di ogni essere umano". "La memoria come valore che ci unisce e ci accomuna, una memoria viva e attiva, che deve vedere protagonisti i giovani, i più lontani dal ricordo diretto della tragedia. Solo così la memoria diventa la base per una società libera", il messaggio della deputata FI, Erica Mazzetti.
La mattinata è proseguita al Gramsci Keynes con l’iniziativa, organizzata dalla prefettura, dal titolo "Perché ricordare" al quale hanno partecipato anche alcune classi del Convitto Cicognini. Gli studenti della consulta provinciale di Prato, guidati dalla dottoressa Maria De Simone, hanno realizzato uno spettacolo tratto dall’opera teatrale "L’istruttoria" di Weiss che ripercorre il processo di Norimberga, riportando fedelmente le parole pronunciate nell’aula di Tribunale nel corso dei processi di Francoforte, durante i quali furono imputati un gruppo di SS e di funzionari del Lager di Auschwitz, dal 1963 al 1965.
A seguire l’esecuzione di alcuni brani significativi al pianoforte, con il coro e l’inno degli studenti del Convitto Cicognini diretti da Silvia Coveri, che hanno commosso i presenti. La cerimonia si è conclusa con la consegna da parte della prefetta Michela La Iacona della medaglia d’onore concessa agli internati e deportati dei lager nazisti al figlio di Aldo Bogani, militare pratese deportato in Germania nel 1943. "Oggi più che mai – ha detto il prefetto – in cui registriamo, ancora, focolai di odio, di intolleranza, di razzismo, dobbiamo sentirci responsabili delle nostre azioni, dobbiamo essere agenti attivi di una dimensione morale positiva, ma per fare questo, abbiamo il dovere di ricordare, di coltivare la memoria delle atrocità disumane commesse, per impedire che si possano ripetere".
Si.Bi.