Si continua a guardare il cielo con terrore in Valbisenzio, dove dal 2 novembre 2023 restano tante situazioni irrisolte che non sembrano peraltro né essere in via di risoluzione ma neppure essere mai state prese in considerazione. Fra queste, la situazione del rio Secco, che da Sofignano si immette nel Bisenzio all’altezza della zona industriale di Vaiano e lambisce le case della prima parte di via di Sofignano. La segnalazione arriva proprio dagli abitanti della fila di case che si affacciano direttamente sul fosso che, a dispetto di quello che potrebbe far pensare il nome, durante il nubifragio dello scorso inverno fuoriuscì dal letto e allagò scantinati e piani terra delle abitazioni.
"Domenica scorsa abbiamo vissuto un bello spavento – spiegano gli abitanti – si sono riallagate le case. Non come il 2 novembre ma le forti piogge hanno creato comunque problemi. Lo spavento poi è aumentato dopo aver visto quello che è successo in Emilia Romagna: le alluvioni non sono più eventi rari come si supponeva. Se poi pensiamo che una pioggia come quella dell’altra settimana è arrivata adesso, che non è ancora autunno, cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi mesi?". Il problema che segnalano i residenti è legato alla mancata ripulitura del fosso dai residui del nubifragio invernale: detriti legnosi, pietre, cumuli di terra.
"Il nubifragio del 2 novembre scorso – proseguono – ha poi spazzato via un ponte e un pezzo di una strada. Il letto del fosso, pieno di detriti, si è innalzato. C’è un’altra cosa che ci preoccupa: dentro al fosso ci sono i cavi che crediamo siano i collegamenti elettrici con l’impianto fotovoltaico del Pozzino, installato poco sopra".
La rabbia dei residenti sta nel fatto che nessuno sembra preoccuparsi della cosa. "Siamo stati più volte dal sindaco – ci spiegano – sia da quello precedente che dall’attuale. La Vivarelli ha detto che se ne sarebbe interessata ma ci ha anche detto che non ci sono soldi". Molte le situazioni simili in Val di Bisenzio dove, a distanza di dieci mesi dal nubifragio si sta nuovamente, solo in questi giorni, vedendo l’asfalto nascosto dai detriti alluvionali, depositati dallo scorso inverno.
Tanti i lavori aperti in somma urgenza ancora da completare e che, se i cavilli burocratici e i passaggi di competenze non rallenteranno ulteriormente i cantieri, saranno finiti nella migliore delle ipotesi a stagione delle piogge inoltrata.
Claudia Iozzelli