Seano è sotto choc. Il suicidio del titolare di un’agenzia di viaggi, che tutti in paese conoscevano come una persona buona e gentile, colpisce al cuore questa piccola comunità fatta di solito di notizie ovattate. Stavolta, invece, un gesto tragico che rafforza l’ombra scura della crisi economica che mette in ginocchio sempre più attività. L’uomo ha scelto di uccidersi nella sua agenzia di viaggi, quella stessa agenzia che per lui fino a ieri significava così tanto, ma che dallo scoppio dell’epidemia non lavorava praticamente più. Prima di togliersi la vita Stefano ha scritto un biglietto, in cui ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a compiere il gesto estremo.
Frasi e pensieri, al vaglio dei carabinieri, nei quali avrebbe espresso tutta la sua stanchezza, chiedendo scusa ai familiari e alla sua storica socia per la decisione di togliersi la vita. Ed è stata proprio la socia a scoprire il corpo esanime del 68enne nel pomeriggio di ieri, dopo che lo aveva atteso un paio di ore per un appuntamento che non c’è mai stato. Inutili i soccorsi che sono stati comunque chiamati: il medico del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso mentre il magistrato di turno, dopo il sopralluogo dei carabinieri della stazione di Carmignano, ha disposto la liberazione della salma. La crisi economica fra le probabili cause di un gesto che ha gettato nel dolore e nello sgomento gli abitanti di Seano, dove tutti conoscono tutti. Anche il sindaco Edoardo Prestanti è arrivato sul posto per portare ai familiari dell’agente di viaggi il cordoglio e la vicinanza dell’amministrazione comunale. "Sono pietrificato dalla notizia. Penso che il suo gesto sia legato alla crisi economica e sociale innescata dal periodo di pandemia e alla chiusura della sua attività di agente di viaggi, un settore molto colpito", ha commentato. "Bisogna agire tutti insieme per aiutare in modo concreto tutte le categorie economiche che stanno risentendo di questo lungo periodo di crisi". Di quanto successo non se ne fa una ragione Elmar Manfredi, il titolare del bar che si trova proprio accanto all’agenzia di viaggi e che ieri ha vissuto la tragedia attimo per attimo. "Lo conoscevo da 18 anni: una persona solare, un ottimo professionista, il migliore nel suo settore. Prima che scoppiasse il Covid si fermava sempre qui da noi per un aperitivo. Poi è cambiato tutto", ricorda. "E’ anche lui una vittima del Covid. Io lavoro nella ristorazione e lui nel turismo: come partite Iva siamo abbandonati a noi stessi, da quando c’è l’emergenza coronavirus nessuno pensa a noi. Non lavoriamo più o comunque lavoriamo poco, ma le spese ci sono ancora e dobbiamo pagare sempre".
Dopo la tragedia di ieri Elmar sta pensando di promuovere una iniziaiva. "Sì, perché questo che ritengo sia un sacrificio che non deve essere buttato al vento. "Chiederò agli altri commercianti della zona di organizzare un gesto simbolico, per esempio la chiusura di due ore dei nostri negozi, per ricordare a chi di dovere che noi micro aziende non abbiamo aiuti, non abbiamo sostegno e spesso chi affitta i fondi non è capace di fare un passo indietro per aiutarci. Bisogna sensibilizzare le istituzioni sulle difficoltà che viviamo ormai da troppi mesi".
Re.Po.