Silvano, marinaio disperso in mare. E il mistero del sommergibile Gorgo

Sernesi, pratese classe 1919, scomparve durante la Seconda Guerra Mondiale. Piero Fazzi, figlio di sua cugina, ha cercato di ricostruire la fine del parente scomparso e del sottomarino che fu colpito nel Mediterraneo .

Silvano, marinaio disperso in mare. E il mistero del sommergibile Gorgo

La foto di Silvano Sernesi in divisa da marinaio insieme ad alcuni parenti Sotto,. Piero Fazzi. mostra l’albero genealogico della sua famiglia

Disperso in mare, così è indicato nell’elenco dei caduti del sommergibile "Gorgo" Silvano Sernesi, marinaio di Prato. Silvano, classe 1919, è uno dei caduti della seconda guerra mondiale, dimenticato da tutti tranne che dalla famiglia. I genitori non gli sopravvissero molto, il padre morì nel 1946, la mamma nel 1958. La storia di Silvano è stata scoperta dal figlio di una sua cugina: Piero Fazzi. Piero è nato a Prato il 26 luglio 1943 poche ore dopo la caduta del fascismo, tanto che in casa lo ripetevano in continuazione. Lo stesso Silvano sapeva che la cugina era in dolce attesa e nelle lettere che scriveva le mandava gli auguri. Piero Fazzi, ex tessitore nelle fabbriche pratesi, ha passato gli ultimi 10 anni, prima di andare in pensione, alla Luilor ed ha lavorato con grande passione, la stessa che nutre per la ricerca storica. La sua casa è un piccolo museo che racconta la storia di Prato e della sua gente attraverso libri e fotografie.

"Ho ricostruito – dice Fazzi - anche la storia di alcuni quartieri la cui urbanistica è oggi profondamente modificata, andando a cercare persino le case dove la mia famiglia ha vissuto, da via Filzi a via Bologna e, grazie all’aiuto dell’Archivio di Stato di Prato e di quelli parrocchiali, ho steso il mio albero genealogico dal 1700 ad oggi". Piero Fazzi dopo aver letto su La Nazione la storia del marinaio Rolando Bulletti, morto nell’affondamento del cacciatorpediniere Cigno nel 1943, si è ricordato subito di Silvano, quel figlio della cugina di cui la mamma parlava spesso. Rolando Bulletti, come è noto, fu sepolto a Pantelleria col nome di un sergente fiorentino che era invece in licenza e solo anni dopo, grazie all’impegno di questo sergente, fu riportato a Prato. Silvano, invece, fu dato per disperso e nulla più ha saputo la famiglia. "La fotografia di Silvano era nell’ingresso – racconta Piero Fazzi – e la mamma mi raccontava che quando in tempo di guerra entravano i tedeschi e vedevano la foto del marinaio, non proseguivano a cercare gente in casa, se ne andavano. La sua scomparsa lasciò tutti sgomenti".

Nelle fotografie Silvano era felice di indossare quella divisa, nelle lettere scriveva di non poter dire dove si trovava ma aveva un pensiero per tutti i familiari. Silvano Sernesi era imbarcato come "capo di terza classe" sul sommergibile di media crociera "Gorgo" della classe Tritone che svolse 3 missioni offensivo-esplorative e 13 di trasferimento e anche qui c’è un piccolo mistero: come affondò il Gorgo? Il Gorgo il 14 maggio 1943 lasciò Cagliari al comando del capitano di corvetta Innocenzo Ragusa per la sua terza missione, un agguato offensivo a 40 miglia da Capo Carbon. Il rientro alla base era previsto per il 2 giugno. Dopo la partenza del sommergibile non se ne ebbero più notizie: si ritiene che si stato affondato tra il 15 ed il 31 maggio 1943, in circostanze discusse. Scomparvero il comandante Ragusa, altri 4 ufficiali e 43 tra sottufficiali, sottocapi e marinai e fra questi c’era Sernesi. La cronologia dei fatti racconta che il 21 maggio un idroricognitore francese Latecoere avvistò al largo di Orano un sommergibile che procedeva in superficie a mezza forza, non lo attaccò, ma lo costrinse ad immergersi rapidamente in profondità. L’aereo informò dell’avvistamento il cacciatorpediniere statunitense Nields in pattugliamento nelle acque al largo di Orano. Il Nields si diresse alla massima velocità verso la posizione segnalata e iniziò una battaglia sottomarina con bombe di profondità: intorno alle 18 il Nields segnalò al proprio comando di aver affondato un sommergibile e continuò a setacciare la zona sino alle sette del mattino successivo. Carburante e pezzi di fasciame del ponte erano sparsi in raggio di tre miglia e tale azione è considerata quella che portò all’affondamento del Gorgo ovvero il primo sommergibile italiano affondato da navi statunitensi nel Mediterraneo.

Un’altra possibilità è che il sommergibile sia rimasto vittima di un attacco aereo. Perché ci sono dei dubbi? Le autorità statunitensi nel valutare l’attacco del Nields, ritennero che questi avesse attaccato un sommergibile probabilmente tedesco e assegnarono l’esito dell’azione alla categoria "E", cioè solo "probabile leggero danneggiamento". Platon Alexiades, ricercatore e storico canadese, in seguito a nuove ricerche ha rilevato che l’area operativa assegnata al Gorgo era a sudest di Minorca, a ben 300 miglia dal luogo dell’azione del Nields; la sua conclusione è che il cacciatorpediniere statunitense, probabilmente, danneggiò il sommergibile tedesco U414 (poi affondato con tutto l’equipaggio, quattro giorni dopo, dalla corvetta britannica Vetch), mentre le cause della perdita del Gorgo rimangono ignote, forse anche accidentali.

M. Serena Quercioli