Si è tolto la vita impiccandosi con una corda di fortuna,mentre si trovava in una delle celle della sezione protetta. L’ha fatta finita così un 57enne pistoiese in carcere alla Dogaia dal marzo scorso per reati di natura sessuale con fine pena 2030. Un’ora prima di compiere l’estremo gesto, l’uomo avrebbe parlato con un educatore senza destare sospetti sull’intenzione suicida. A dare l’allarme nella prima mattinata di ieri è stato il compagno di cella. Purtroppo, sebbene l’uomo quando è stato trovato fosse ancora vivo, a nulla sono valsi i soccorsi della polizia penitenziaria e dei sanitari: il detenuto è morto in ospedale. E’ il 77esimo carcerato in Italia che si toglie la vita dall’inizio dell’anno ed il quarto alla Dogaia, a cui si aggiungono 7 agenti della penitenziaria. La casa circondariale è sotto osservazione per le insostenibili condizioni in cui vivono i detenuti e lavorano gli agenti . "Dallo scorso agosto, quando un altro detenuto si tolse la vita, nulla è cambiato – tuona Diego Blasi, portavoce del Pd Toscana – C’è un’emergenza che il Governo non vuole affrontare e sanare contribuendo a rendere i carceri strutture della morte dove non sono rispettati i basilari diritti umani". Dunque, un invito al ministro della Giustizia, Carlo Nordio di intervenire al più presto per migliorare le condizioni di vita nei carceri e mettere fine al susseguirsi di suicidi. Forti appelli alle istituzioni da parte di Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa Polizia Penitenziaria e Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
Sa. Be.