REDAZIONE PRATO

Palloni da calcio lanciati nel carcere per spedire smartphone ai detenuti

Intercettati dalla polizia penitenziaria alla Dogaia di Prato, dove lunedì c’è stato un altro episodio di violenza

Il carcere della Dogaia a Prato. Dall'inizio dell'anno sono quattro i detenuti che si sono tolti la vita nell'istituto di pena

Il carcere della Dogaia a Prato

Prato, 27 novembre 2024 – Nella giornata di lunedì 25 gli agenti della Penitenziaria hanno intercettato sei smartphone indirizzati a detenuti e nascosti all'interno di due palloni da calcio debitamente ripristinati e lanciati dall'esterno della Dogaia. Solo il fiuto e l'esperienza degli operatori ha evitato che i palloni arrivassero a destinazione. “Ci complimentiamo con i colleghi – dicono i sindacalisti – per l’operazione, nonostante tutto quello che succede siamo sempre in prima linea a combattere ogni forma di tentativi di intrusione di qualsiasi oggetto non consentito”.

Intanto si segnalano ancora episodi di violenza all’interno della casa circondariale di Prato. A farne le spese questa volta è un assistente capo in servizio presso il reparto Media sicurezza aggredito da un detenuto di origine egiziana.

Lunedì il detenuto, dopo aver forzato uno sbarramento al piano terra del reparto, si è scagliato contro l’agente colpendolo con un pugno al volto e procurandogli dei tagli con una lametta rudimentale sulla mano e sul polso. L’intervento immediato di altri agenti in servizio ha evitato il degenerare della situazione. L’operatore della Penitenziaria è stato costretto a ricorrere alle cure sanitarie con 3 giorni di prognosi.

"A pochi giorni dal consiglio comunale che ha visto il carcere al centro del dibattito politico continuano imperterriti gli episodi a discapito degli operatori della polizia penitenziaria”, dicono il segretario della Uil Pa Polizia Penitenziaria Ivan Bindo e Giulio Riccio, coordinatore regionale della Fp Cgil polizia penitenziaria - Abbiamo portato al di fuori delle mura ciò che vivono quotidianamente gli agenti che ci lavorano, ma la situazione sembra non voler migliorare. Inutile continuare a specificare i mille problemi che attanagliano l’istituto pretese. Siamo alle solite”.