di Silvia Bini
Taglia, lima, accorpa: il risultato sono sempre 17 classi in overbooking. Il liceo Livi-Brunelleschi fa di nuovo i conti, esclude le matricole provenienti da fuori provincia, accorpa dove possibile i ragazzi formando classi più numerose, ma oltre questo non è possibile fare. E adesso serve un immobile per sistemare i 430 studenti in più, rispetto ad adesso, che a settembre frequenteranno il liceo di via Marini e quello di Montemurlo. "Abbiamo escluso i ragazzi provenienti da fuori Prato e unito alcune classi formando sezioni più numerose, ma più di questo non possiamo fare", dice la preside Maria Grazia Ciambellotti. "Quelli che si sono iscritti sono ragazzi pratesi che dobbiamo accogliere. D’altra parte c’è un grande aumento delle iscrizioni dovuto soprattutto all’incremento della popolazione di 14 anni. Abbiamo avuto un primo incontro con la Provincia per trovare una soluzione adeguata. Sarà un percorso che faremo insieme".
Il sudoku delle classi non sarà facile da comporre anche perché quasi tutte le scuole superiori sono al limite della capienza e il Livi-Brunelleschi da anni soffre di una cronica carenza di spazi. Inoltre gli immobili che ospitano le sedi principali in via Marini a Prato e in via Maroncelli a Montemurlo si trovano incastrati in quartieri che ne impediscono l’ampliamento. Inattuabile la prima soluzione, ventilata nei giorni scorsi, di prevedere doppi turni in classe mattina e pomeriggio. "La scuola conta già alcuni corsi pomeridiani e il sabato ci sono studenti a scuola fino alle 16,30, orario oltre il quale sarebbe impensabile tenere l’istituto aperto", dice ancora Ciambellotti. Si tratta adesso di mettere insieme i pezzi del puzzle: tra le idee ventilate ci sarebbe quella di sistemare gli alunni del Livi (che deve trovare spazio a 14 classi) all’interno delle scuole che hanno ancora disponibilità di aule come il Classico Cicognini. Ma anche questa sembra una proposta difficilmente percorribile. La Provincia ha nelle proprie disponibilità alcuni immobili, come quello dell’ex Misericordia, ma anche questa soluzione è tutt’altro che semplice da praticare visto che l’immobile avrebbe bisogno di un radicale intervento di ristrutturazione. Sul piatto ci sono poi la scuola di legno in costruzione nel polo di via Reggiana e in grado di ospitare dieci classi e il nuovo Copernico in viale Borgovalsugana, che la Provincia non ha ancora deciso a chi destinare. Altra soluzione potrebbe essere rappresentata da una tensostruttura mobile da montare nel polo di via Galcianese. Ma certo, un intero inverno di lezioni all’interno della tensostruttura non sarebbe il massimo. Infine c’è la soluzione Rodarino, ex scuola con dieci aule al suo interno. Ma l’immobile è di proprietà del Comune e qui a partire da settembre dovrebbero partire i corsi serali. Insomma, ci sono una serie di opportunità nessuna delle quali al momento sembra dare una risposta definitiva ai 430 studenti iscritti al Livi-Brunelleschi che a settembre dovranno sedersi dietro ad un banco. Dovunque sia. Ma dove quel banco sarà collocato è ancora un grande dilemma. Eppure il tempo stringe, maggio è alle porte e nel caso si rendano necessari alcuni lavori di sistemazione, i tempi dei cantieri non si rivelano quasi mai uguali a quelli del calendario scolastico.