REDAZIONE PRATO

"Solo vantaggi dall’hub del riciclo tessile"

Confartigianato, Confindustria e Cna sposano il progetto: "Prato ha la possibilità di diventare un marchio di sostenibilità ambientale"

Una filiera completamente ecosostenibile, capace di garantire alti standard ambientali dalla pre-produzione alla rigenerazione del tessuto, registrando un marchio green identificabile in tutto il mondo. Le categorie economiche hanno le idee chiare su quelli che potranno essere i vantaggi derivanti dal nuovo hub del riciclo tessile. Al netto delle polemiche sulla collocazione dell’impianto, imprenditori e artigiani stanno già immaginando nuovi modelli di business derivanti dall’attivazione del capannone, in grado di effettuare una cernita automatica di capi usati e scarti tessili. "Invece di delocalizzare in India gran parte dei trattamenti di cernita dei tessuti, abbiamo la possibilità di fare tutto all’interno del territorio, con vantaggi evidenti e senza il timore di una concorrenza internazionale sulle materie prime seconde – spiega il presidente nazionale dei Tessili di Confartigianato, Moreno Vignolini –. Prato ha la possibilità di diventare un marchio di sostenibilità ambientale, al quale chiunque nel mondo potrebbe rivolgersi per acquistare indumenti, cappotti o accessori all’insegna del rispetto dell’ambiente". Non solo. Vignolini rilancia anche sui dieci milioni stanziati dal governo per il distretto pratese. "Se riuscissimo a spendere questi fondi per l’efficientamento energetico nella produzione, nei macchinari, nei capannoni e negli impianti – aggiunge -, potremmo essere la patria della politica produttiva rispettosa dell’ambiente. E tutti noi sappiamo come i grandi marchi facciano attenzione al green". Per Vignolini, inoltre, è fondamentale che "gli utili derivanti dall’hub del tessile ricadano sul territorio, in termini di investimenti, tariffe di smaltimento degli scarti più basse, e bollette Tari inferiori per le utenze domestiche".

A sposare fin da subito il progetto c’è anche Confindustria. Che ravvede nell’hub un impianto capace di anticipare il futuro. "Le normative a breve ci imporranno un approccio più sostenibile nelle aziende – spiega la vicepresidente Fabia Romagnoli –. L’hub del tessile, in tal senso, potrebbe garantirci un vantaggio competitivo. Dal 2023, infatti, entrerà in vigore la raccolta differenziata per il tessile, e successivamente ci sarà la responsabilità del produttore estesa pure al manifatturiero. Le imprese quindi saranno responsabili del fine vita dei prodotti, e facendo nascere per tempo consorzi che si occupano di questo tema, potremmo riuscire a governare questi processi".

Sulle polemiche emerse per i rischi ambientali per la zona sud di Prato, il presidente di Alia Nicola Ciolino ribadisce che criticità non ce ne sono. "Nell’hub si recupera e ricicla – sottolinea –, non si brucia niente. Oggi tutto questo materiale finisce in discarica fra Rosignano e Peccioli, oppure viene termovalorizzato fuori dalla Toscana. Con questa operazione, invece, aumentiamo la differenziata, cresce il materiale che viene rigenerato e si riducono i conferimenti in discarica e l’incenerimento, che ripeto non avverrà a Prato". Positivo il giudizio sull’hub anche di Cna Toscana Centro. "Siamo convinti che restituirà a Prato un ruolo strategico nell’ottica dell’economia circolare, del riciclo e del recupero di scarti tessili, per i quali vanno trovate nuove forme di gestione anche a livello territoriale", dice il presidente Claudio Bettazzi".

Stefano De Biase