"Sono la voce dei ragazzi invisibili". Il Tre nella parata di stelle a Prato

Stasera Radio Bruno porta i big della musica in piazza Duomo in un evento completamente gratuito

"Sono la voce dei ragazzi invisibili". Il Tre nella parata di stelle a Prato

Stasera Radio Bruno porta i big della musica in piazza Duomo in un evento completamente gratuito

L’Estate di Radio Bruno sbarca stasera a Prato in Piazza del Duomo per una notte ad alto volume con Ermal Meta, Elettra Lamborghini, Aka 7even, Maninni, Ricchi e Poveri, Sarah, Shade, Leo Gassmann, Piero Pelù, Bnkr44, Darin, Santi Francesi, Alex Wyse. Della partita pure Il Tre, all’anagrafe Guido Luigi Senia (nella foto), che dopo il 12° posto di “Fragili” a Sanremo è tornato in radio col singolo “Camminare sulla luna”.

Guido, perché ha sempre evitato i talent?

"Perché volevo costruirmi il mio castello da solo, anche se non ho niente contro quel tipo di opportunità".

La cosa più sorprendente del Festival e quella meno?

"Probabilmente la stessa: quel vortice di interviste che rende quello in cui vai in scena il momento meno stressante della giornata. A Sanremo mi sono divertito tanto e rifarei tutto".

Si definisce una specie di araba fenice: Sanremo ha rappresentato un’altra rinascita?

"Sotto certi aspetti Sanremo ha rappresentato un punto d’arrivo, l’apice della mia carriera, ma anche una nuova partenza, perché m’ha messo davanti tante nuove strade che non vedo l’ora di percorrere".

La famiglia continua a contare molto nella sua vita?

"Anche se mi rendo conto che non tutti hanno un rapporto ottimale coi genitori, per me sono il valore più grande. E lo dimostro pure nei concerti, quando li faccio salire sul palco per mostrare a tutti che il mio nome d’arte nasce proprio dal fatto di essere Tre in famiglia. Oltre, naturalmente, alla coincidenza d’essere nato il 3 di settembre".

Nell’album Invisibili in copertina è circondato dai ghiacci nelle acque della Laguna Blu, non lontano da Reykjavik. La solitudine dei numeri Tre?

"A volte ho una percezione di me stesso che s’avvicina a quella di un luogo freddo e disabitato. Ma che, grazie alla musica, riesce a vedere questa distanza trasformarsi in qualcosa di caldo e partecipato. Da piccolo vivevo con la paura di non esistere, di camminare per strada senza che nessuno se ne accorgesse. Così ho intitolato l’album ‘Invisibili’ giocando sul paradosso di essere diventato la voce di tanti ragazzi senza voce".

A novembre la prova del fuoco....

"Il 9 canto al Palasport, un punto d’arrivo per noi romani".

Perché?

"Per la grandezza simboleggiata da quel palco e i giganti che ho visto esibirsi lì: Laura Pausini che ho trovato potentissima, ma anche Gemitaiz e Madman, due tra i miei rapper preferiti. Anche se NF, l’artista che in questo momento m’ispira di più, l’ho ascoltato a Milano".

La collaborazione che sogna?

"Quella con Eminem, il mio dio".

Andrea Spinelli