LUCA BOLDRINI
Cronaca

Il 'sottopasso verso il nulla' diventa un ecosistema palustre

Via Aldo Moro, l’opera mai inaugurata è invasa dalle rane

Il sottopasso in via Aldo Moro costruito dai macrolottisti ma mai completato: non ha strade di accesso

Prato, 17 aprile 2016 - La natura sa adattarsi a meraviglia anche alle sciocchezze commesse dall’uomo. Una dimostrazione pratica è quella del «sottopasso verso il nulla», il tunnel che passa sotto via Aldo Moro al Macrolotto Due. Costruito mai completato, privo delle strade di accesso e di uscita, è del tutto inutilizzabile e con il passare del tempo (e senza la necessaria manutenzione) le piogge lo hanno allagato. E’ dunque diventato uno stagno nel vero senso della parola: l’anno scorso c’erano le anatre, quest’anno le rane.

Già, ecco cos’è quel rumore che si avverte distintamente la sera: il gracidìo delle rane che hanno colonizzato il sottopasso diventato perfetto ecosistema palustre, con zanzare a volontà, qualche topo, ogni tanto un’anatra.

Per chi si chiedesse come mai quel manufatto si trova lì, in mezzo ai campi, c’è da spiegare che non si tratta di un colpo di follia dei progettisti. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, sembra che il tunnel sia stato imposto ai macrolottisti come onere di urbanizzazione ai tempi della progettazione dell’Asse delle Industrie. Secondo il disegno originale la via Aldo Moro, che separa il Macrolotto Due da Paperino e San Giorgio a Colonica, doveva essere “sottopassato” grazie al ripristino della strada vicinale delle Fonti. I macrolottisti hanno realizzato la struttura, con tanto di semafori antiallagamento (curioso: ci fossero stati in via Ciulli...), ma la strada di accesso e quella di uscita sono rimaste lettera morta. Per cui alla galleria si può accedere solo a piedi passando dai campi, in mezzo alle erbacce e ai rifiuti (tra i più gettonati ci sono bottiglie di alcolici), ma ci si trova davanti a un muro d’acqua; idem dall’altra parte, con l’uscita che porta verso altri campi dopo essere passati sotto via Moro. Quantomeno c’è chi ha tratto giovamento da questa situazione: le rane che, grazie anche al caldo anomalo e anticipato di questa stagione, si sono riprodotte in quantità. Ascoltare per credere.