REDAZIONE PRATO

Sottopasso Soccorso. Ricorso contro Anas. Vince la Chiesa cinese

Via libera Consiglio di Stato: gli evangelici potranno costruire la nuova sede vicino al cantiere. Zecchi (FdI): "Comune, quanti errori. Si riveda il progetto".

Cosimo Zecchi, consigliere comunale di Fratelli di Italia

Cosimo Zecchi, consigliere comunale di Fratelli di Italia

Nuovo intoppo sul sempre più tortuoso cammino del sottopasso del Soccorso. Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza con cui il Tar l’estate scorsa ha dato ragione alla Chiesa cristiana evangelica cinese sul progetto della nuova sede di via Verona, sul quale invece l’Anas aveva espresso parere negativo per la vicinanza appunto con l’area in cui un giorno dovrà nascere il sottopasso, chiedendo che venisse ridimensionato. La vicenda è complessa, ma in estrema sintesi il problema è nato dopo che la declassata è passata all’Anas, ormai dieci anni fa, diventando strada statale. La fascia di rispetto dal confine stradale nel caso di strade statali sarebbe di almeno trenta metri, questo eccepiva l’Anas nel chiedere una revisione del progetto, mentre secondo i giudici ne bastano venti, quelli previsti per le strade inserite nei centri abitati: il passaggio da comunale a statale della Declassata non comporta anche ad avviso del Consiglio di Stato una nuova classificazione per le vie limitrofe, come via Verona. La nuova sede dei cinesi evangelici potrà quindi nascere molto più grande di quella attuale, un vecchio edificio artigianale che sarà demolito. Un problema in più, un altro intralcio per il sottopasso. Si poteva evitare?

Secondo il centrodestra naturalmente sì. "È gravissimo ciò che è accaduto – dice il consigliere di Fratelli d’Italia Cosimo Zecchi –. Il Comune il 23 giugno 2015 ha incluso l’immobile della chiesa evangelica nel centro abitato e, dopo appena tre mesi, ha passato tutto ad Anas per sviluppare il progetto del sottopasso che di fatto andava in contrasto con quella scelta quasi contestuale. Quando i privati hanno fatto ricorso, Anas ha chiesto chiarimenti proprio al Comune, che se n’è lavato le mani. È una gestione irresponsabile, che ha causato ritardi e problemi a tutti, e che mette in discussione l’affidabilità dell’amministrazione su questioni così delicate che riguardano l’interesse strategico della città. Come si possono commettere simili errori?". Non solo. Più in generale, l’intoppo della chiesa cinese è per Zecchi l’occasione di ribadire la contrarietà di Fratelli d’Italia sull’operazione sottopasso.

"Noi abbiamo sempre avuto una posizione critica su questo folle e dispendioso progetto – aggiunge il consigliere comunale –. Era chiaro fin dall’inizio che la riclassificazione del vialeLeonardo da Vinci a strada statale fosse un trucco maldestro, cucito insieme all’allora governo Renzi, per scaricare su Anas il costo di un’opera faraonica che il Comune non sarebbe mai stato in grado di sostenere. Un’opera che non è mai riuscita a vedere la luce, nonostante mille proclami del Pd e dei suoi sindaci. Oggi il pronunciamento del Consiglio di Stato smonta uno dei cardini di quell’operazione opaca e rafforza la nostra richiesta di fare chiarezza". Zecchi ricorda che in tutti questi anni "il progetto è già triplicato nei costi stimati" e sottolinea che "nessuno ha il coraggio di dire quale sarà la cifra finale". Il consigliere di Fratelli d’Italia conclude con una proposta: "Questo è il momento giusto per un vero reset – dice –. Si metta tutto in discussione e si riparta con una visione più ampia e strategica".