SILVIA BINI
Cronaca

Massaggi a 300 euro. Extralusso senza italiani nella nuova spa cinese

In via Galcianese nel fondo sede della banca adesso ci sono un ristorante, un parucchiere e una beauty con due grandi ostacoli: lingua e prezzi proibitivi

Il negozio (foto Attalmi)

Il negozio (foto Attalmi)

Prato, 26 settembre 2023 – Solo poche settimane fa davanti al fondo di via Galcianese erano in funzione le botole della banca e i bancomat automatici per il prelievo dei soldi. Con un colpo di spugna, adesso, al posto dell’insegna dell’istituto di credito campeggiano due enormi scritte che richiamano l’attenzione dei passanti. Luci psichedeliche, piante, sedie e tavolini: la banca in un battibaleno è scomparsa, al suo posto un mega immobile ristrutturato diviso tra ristorante, parrucchiere e salone di bellezza. Insegne nuove di pacca, arredamento tirato a lucido, poltrone di pelle. Una beauty spa nel cuore della città. L’inaugurazione in grande stile con tanto di dj e macchinoni parcheggiati in seconda fila.

All’interno del salone di bellezza solo cinesi seduti sulle poltrone di pelle nera in attesa della piega. Alla reception una giovane dagli occhi a mandorla. Mi avvicino, sembra interessante. Ecco che arriva (ipotizzo) la direttrice del centro: tailleur color crema, pettinatura impeccabile, bel sorriso. Peccato che non parli una parola di italiano. Ci provo ugualmente. Chiedo se il centro è aperto e se esiste un listino dei prezzi. La donna orientale di mezza età sorride e mi risponde in mandarino. Cerco conforto tra i connazionali che le sono attorno. Una giovane cinese dall’accento pratese tenta di fare da interprete. I discorsi tra le due diventano lunghissimi, la traduzione invece dura poco più di qualche secondo: "Sì sì siamo aperti", conferma. Chiedo di nuovo se fanno massaggi o trattamenti estetici. La signora cinese continua a dare spiegazioni nella sua lingua madre e a sorridere. Un dubbio che capisca l’italiano mi viene anche perché altrimenti come fa a rispondere alle mie domande? Prosegue questa pseudo discussione tra me-cliente e la titolare: spiega, fa gesti con le mani, mima il massaggio, poi tenta di parlare in inglese. Comprendo dei numeri, e poche altre parole mischiate al mandarino.

In mio aiuto torna la giovane cinese dall’accento pratese: "Ancora non abbiamo definito i prezzi, per un massaggio schiena e gambe da un’ora e mezzo servono 298 euro". Resto interdetta. 298 euro per un massaggio mi sembra un prezzo decisamente proibitivo. Ringrazio e chiedo se hanno un bigliettino da visita. Ovviamente no. Intanto i cinesi (tutti uomini) seduti sulle poltrone di pelle nera con i fari a led sparati in faccia hanno quasi finito di fare l’acconciatura. Mentre mi avvio verso l’uscita la conclusione che mi viene in mente è soltanto una: questi nuovi esercizi commerciali a conduzione cinese sbarcati in città non sembrano proprio pensati per catturare clienti. Non certo italiani. Se questa è integrazione la strada per Prato è ancora davvero molto lunga. Se invece dietro c’è altro allora la strada da seguire è una soltanto. Intanto su Facebook, Aldo Milone, l’ex assessore sceriffo ha lasciato il suo commento: "Di sicuro l’investimento è stato notevole. Ben vengano questi investimenti però mi auguro che siano frutto di attività lecite. Spero anche che si facciano i dovuti controlli nei confr onti di questi imprenditori orientali come di qualsiasi altro".

Silvia Bini