Stipendi troppo bassi. Prato è maglia nera: "Gli operai del distretto vengono pagati poco"

Ricerca della Cisl: la media nel settore manifatturiero è 17mila euro. Per i giovani fra i 30 ed i 34 anni si scende invece sotto i 16mila. "Contratti non applicati. E i full time risultano come part time". .

Prato è la provincia più povera della Toscana, la 117esima in Italia per reddito medio. Eppure è in cima alla classifica per numero di contribuenti: la quindicesima a livello nazionale. Il dato emerge dallo studio commissionato dalla Cisl Firenze-Prato e realizzato dai ricercatori Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron che guarda alle tendenze per i prossimi anni lungo tre filoni: giovani, lavoro e casa.

Prato è l’ultima provincia toscana per reddito dei lavoratori dipendenti, con un distacco più marcato nel settore manifatturiero, dove viene quasi doppiata da Lucca (qui 17.173 euro l’anno contro 30.132 euro) e distanziata di oltre 4.300 euro di reddito all’anno da Grosseto, penultima in classifica con 21.475 euro.

Il reddito medio, calcolato come ammontare delle retribuzioni nell’anno diviso il numero dei lavoratori, è di appena 17.950, che diventano 15.850 per i giovani tra 30 e 34 anni. Pochi soldi dunque nelle tasche dei pratesi, alle prese come del resto tutto il Paese con un’inflazione in continua ascesa, il caro bollette e mutui. "Abbiamo voluto questa ricerca – spiega Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato – per guardare al domani in modo complessivo. Conoscere il quadro servirà, a tutti, per elaborare progetti e percorsi in grado di dare risposte alle persone che abitano le nostre comunità. A Prato c’è un problema di redditi e di distribuzione della ricchezza. E non parliamo di un’area periferica della regione, ma di una delle zone più sviluppate e dinamiche, un polo tessile tra i maggiori d’Europa, una locomotiva della Toscana. Eppure Prato è 117esima in Italia per reddito medio complessivo e addirittura 137esima se prendiamo in considerazione solo i dipendenti".

L’interrogativo è d’obbligo: cosa tiene i redditi così bassi? Perché la ricchezza viene condivisa così poco, soprattutto con i lavoratori dipendenti?

"A soffrire sono soprattutto gli operai del manifatturiero, rendendo il settore meno attrattivo degli altri e dunque rendendo per le relative imprese ancora più problematico, in prospettiva, trovare manodopera", aggiunge Franchi.

Interrogativo sul quale l’assessore all’urbanistica del Comune, Valerio Barberis, ha chiesto di "fare maggiore chiarezza, prendendo in esame ad esempio il tipo di contratti che vengono applicati e se in qualche modo ci sono altri fattori che possono condizionare il risultato", mentre Marcello Gozzi, direttore di Confindustria Toscana Nord ha ipotizzato che sul dato "possano aver inciso fattori esterni come il Covid, che di fatto ha avuto come effetto un ricorso eccessivo alla cassa integrazione".

"Abbiamo notato che a Prato, dove il manifatturiero è molto presente, le dichiarazioni dei redditi sono molto più basse che nelle altre province italiane in cui il manifatturiero è altrettanto sviluppato – spiega il ricercatore Dal Pra Caputo –. C’è quindi un mix di ragioni: un tema è probabilmente legato al rispetto dei contratti, poi ci sono difficoltà di applicazione e contratti che a volte invece di essere full time sono segnati come part time".

Lo scopo della ricerca è quella di trovare soluzioni condivise (alla presentazione oltre al sindaco Biffoni ha partecipato il vescovo Nerbini).

"Abbiamo scelto di condividere questa ricerca con tutti gli stakeholder del territorio, procedendo come nostro stile non per contrapposizioni, ma cercando di condividere soluzioni, anche in vista delle elezioni amministrative che ci saranno a Prato nel 2024 – conclude Franchi –. Elezioni che necessariamente dovranno portare proposte e trovare risposte a questi problemi".

Silvia Bini